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Eventi Internazionali
09 Maggio 2025 - 18:35
Nel cuore della Piazza Rossa, durante le celebrazioni del 9 maggio, Vladimir Putin ha pronunciato il discorso più breve degli ultimi vent’anni. Solo dieci minuti, un saluto stringato ma denso di messaggi simbolici, nel tentativo evidente di contenere i toni in un momento delicato per la Russia sul piano internazionale. Nessuna menzione diretta all’Occidente, un’assenza che non si registrava da almeno un decennio nei discorsi ufficiali del presidente in occasione della Giornata della Vittoria.
Se nelle edizioni precedenti — come nel 2015, con la lunga riflessione sull’egemonia americana, o nel 2023, in piena crisi ucraina — Putin aveva calcato la mano su elementi di scontro geopolitico, questa volta ha scelto un approccio sobrio. L’unico passaggio ad accennare il terreno internazionale è stato un riferimento alla “verità storica” da difendere contro chi tenta di travisare gli eventi della Seconda Guerra Mondiale: “La Russia ricorda le lezioni del passato e non accetterà mai di vedere assolvibili i boia e denigrati i veri vincitori”.
Putin ha ribadito con forza il pieno sostegno “del Paese, della società e del popolo” ai partecipanti all’Operazione militare speciale”, riaffermando l’impegno russo come barriera contro “nazismo, russofobia e antisemitismo. Siamo orgogliosi del loro coraggio, della loro risolutezza e di quella forza dello spirito che ci ha sempre assicurato la vittoria”, ha affermato, rivolgendo un tributo ai soldati russi di oggi come eredi di quelli della Seconda Guerra Mondiale.
Il discorso è sembrato calibrato per non incrinare l’equilibrio diplomatico con la Cina, rappresentata a Mosca dal presidente Xi Jinping, accolto con un abbraccio personale e condotto da Putin stesso sul palco d’onore. Il silenzio sugli Stati Uniti, rafforzato dal secco “no” del portavoce Dmitry Peskov alla domanda su un eventuale messaggio di auguri a Donald Trump, delinea con chiarezza la scelta di campo del Cremlino.
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