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La svolta
13 Maggio 2025 - 23:40
Nel 2000, una catastrofica fuoriuscita di oltre 5.000 barili di petrolio contaminò il fiume Marañón, un corso d'acqua che scorre per 1.450 chilometri dal cuore delle Ande fino al Rio delle Amazzoni, nel Perù. Questo fiume non è solo un'importante via d'acqua, ma una risorsa vitale per le comunità indigene che dipendono da esso per bere, pescare, irrigare e spostarsi. La fuoriuscita provocò la morte di pesci e animali e mise a serio rischio la salute delle popolazioni locali, segnando un disastro ecologico di portata enorme.
Il Marañón, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni, non è nuovo a simili tragedie. Per decenni, l’area è stata soggetta a sversamenti di petrolio dovuti a guasti, deterioramenti delle condotte e mancanza di manutenzione lungo l’Oleodotto del Perù Settentrionale (ONP). Dal 1997 al 2022, si sono verificati oltre 80 episodi di fuoriuscita, con gravi conseguenze ambientali e sanitarie. Il petrolio, trasportato lungo il fiume dalle zone di estrazione alla costa, ha continuato a minacciare l'ecosistema e le vite delle persone che lo abitano.
Ma la tragedia del 2000 ha anche dato vita a una resistenza straordinaria. Mari Luz Canaquiri Murayari, donna della comunità indigena Kukama, ha fondato l’associazione Huaynakana Kamatahuara Kana, un'organizzazione guidata da donne per proteggere il fiume. Dopo anni di attivismo, proteste e battaglie legali, nel marzo 2024, una corte peruviana ha compiuto un passo storico: ha riconosciuto al Marañón la personalità giuridica, conferendogli diritti legali, come quello di esistere, di non essere inquinato e di scorrere liberamente.
La corte ha inoltre riconosciuto i Kukama come "guardiani" del fiume, un incarico che conferisce loro il diritto e la responsabilità di difendere l’ecosistema. L'azienda statale Petroperú è stata ordinata a fermare gli sversamenti e a garantire la protezione dell’ambiente circostante.
Per Mari Luz Canaquiri, premiata con il prestigioso Goldman Environmental Prize, questa sentenza rappresenta solo l'inizio di una lunga battaglia. Sebbene il riconoscimento giuridico del Marañón come entità legale offra uno strumento legale potente per la sua difesa, l'attivista sottolinea che la strada da percorrere per far rispettare questa sentenza è ancora lunga, ma determinata. La protezione del fiume, e con essa della vita che dipende da esso, è una lotta che non si ferma qui.
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