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Pechino sfodera il “sistema ABC”: ecco come ha cambiato gli equilibri militari tra India e Pakistan

Con radar, caccia e aerei d’allerta integrati in tempo reale, la Cina mostra al mondo un nuovo modo di combattere. Gli effetti si fanno già sentire sullo scacchiere globale.

 Pechino sfodera il “sistema ABC”: ecco come ha cambiato gli equilibri militari tra India e Pakistan

Caccia aerei

Pechino ha mostrato al mondo la sua nuova strategia militare: un sistema integrato noto come “ABC”, testato sul campo durante i recenti scontri tra India e Pakistan. Il termine identifica una tattica innovativa di combattimento aereo che ha attirato l’attenzione non solo degli osservatori asiatici, ma anche delle maggiori potenze militari mondiali.

Il sistema ABC — “bloccato da A, lanciato da B, guidato da C” — segna un salto tecnologico e tattico. L’idea è semplice ma potente: integrare radar a terra, caccia in volo e aerei di allerta precoce (Awacs) in un’unica rete di comunicazione. In pratica, i radar intercettano per primi i bersagli; i caccia lanciano missili da distanza di sicurezza; infine, gli Awacs guidano gli ordigni fino al bersaglio, garantendo una precisione letale e un vantaggio strategico.

Secondo fonti cinesi, questa strategia avrebbe permesso al Pakistan di ottenere una chiara superiorità nei cieli, portando — secondo stime non ufficiali — all’abbattimento di cinque velivoli indiani. Non a caso, l’evento è stato analizzato in dettaglio da China Space News, portale vicino alle maggiori agenzie spaziali e militari del Dragone.

La vicenda ha anche un forte valore simbolico e geopolitico. Gli Stati Uniti e la Russia stanno da tempo lavorando su sistemi “in rete”, ma la versione cinese introduce un ulteriore livello di coordinamento operativo. Una dimostrazione concreta del concetto di “guerra intelligente”, dove la potenza di fuoco cede il passo all’integrazione di sensori, dati e piattaforme.

Dietro il successo tattico del Pakistan, tuttavia, si intravede l’ombra lunga della cooperazione militare con la Cina: secondo il think tank svedese SIPRI, oltre l’80% delle forniture belliche pakistane proviene da Pechino. Tra queste figurano i missili PL-15E, i caccia J-10CE, gli aerei radar ZDK-03 e il sistema di difesa aerea HQ-9P, tutti impiegati in esercitazioni che hanno preceduto il recente confronto.

Mentre l’India fatica ancora a integrare le sue piattaforme di difesa, Pechino mostra i muscoli su un fronte sensibile e manda un messaggio chiaro alla comunità internazionale: il futuro del conflitto aereo sarà sempre più interconnesso, digitale e imprevedibile.

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