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15 Maggio 2025 - 17:15
Si allarga l’inchiesta sulla tragedia della funivia del Faito, crollata lo scorso 17 aprile a Castellammare di Stabia causando la morte di quattro persone. Giovedì la Procura ha comunicato l’iscrizione nel registro degli indagati di altre 21 persone, che si aggiungono alle prime quattro già sotto inchiesta.
Tra i nuovi nomi spiccano quelli dell’amministratore delegato e presidente di EAV, Umberto De Gregorio, e del macchinista Massimo Amitrano, unico sopravvissuto all’incidente. L’EAV (Ente Autonomo Volturno) è la società che gestisce l’impianto di risalita. Nell’elenco compaiono anche tecnici, dirigenti, dipendenti e rappresentanti legali di ditte esterne incaricate della manutenzione della struttura negli ultimi anni.
Le ipotesi di reato formulate dalla Procura sono disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Inoltre, per 14 indagati – coinvolti in attività di supervisione, ispezione e verifica della sicurezza – è ipotizzato anche il reato di falso in atto pubblico. Tra questi ci sarebbero anche alcuni dipendenti dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri su incarico della Procura di Torre Annunziata, si concentra in particolare sulle manutenzioni effettuate negli ultimi anni e su possibili anomalie nei sistemi di sicurezza. In particolare, gli inquirenti vogliono capire perché non si sia attivato il freno di emergenza, che avrebbe potuto impedire la caduta della cabina e salvare le vittime. L’impianto era stato riaperto al pubblico da poche settimane dopo alcuni lavori tecnici, e secondo quanto emerso nei primi rilievi, la cabina sarebbe precipitata durante la risalita a causa del distacco del cavo trainante.
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