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Gli stand al Salone

Il bello del brutto: Auroro Borealo smonta la fiera della vanità editoriale

Tra copertine improponibili, titoli assurdi e meme letterari, “Il libro brutto dei libri brutti” diventa il manifesto del trash consapevole al Salone del Libro

Il bello del brutto: Auroro Borealo smonta la fiera della vanità editoriale

Copertine coperte da teli, cartelli ironici con scritte provocatorie come “Libri brutti in offerta” e Auroro Borealo che, con la grinta di un venditore ambulante, chiama a raccolta il pubblico per promuovere il suo ultimo libro. È questo lo spettacolo che ha acceso l’attenzione allo stand di Blakie Edizioni al Salone del Libro.

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L’esibizione dal vivo del cantautore e content creator Francesco Roggero, in arte Auroro Borealo, ha radunato una folla incuriosita da quella bizzarra performance promozionale dedicata a “Il libro brutto dei libri brutti”, scritto insieme a Davide Rossi.

Questa raccolta è un viaggio nel lato più strano e improbabile della letteratura italiana, dove il kitsch e il trash si mescolano a un pizzico di doppio senso, provincialismo e goffaggine quasi squallida. Sono libri che sembrano meme, ma esistono davvero: un’antologia di volumi eccentrici, autopubblicazioni disagevoli e testi improbabili che, più che vanterie da “bottino” del Salone (termine che il social media spesso fraintende), rappresentano uno specchio ironico e a tratti crudele dell’Italia vanziniana e monicelliana.

Tra le pagine selezionate, spuntano autori noti e meno noti, personaggi pubblici e outsider: dal senatore Razzi a Wanna Marchi, passando per Jovanotti da giovane, il comico Paolini, e figure bizzarre come Licio Gelli. Titoli cult come Scoreggiare meglio o Sgarbi, amore mio si alternano a manuali improbabili, tra cui quello dell’ex vicepresidente De Michelis sulle discoteche, e a testi quasi introvabili come Tutti poeti con Claudio, un’opera che ha subito perfino un sequestro giudiziario.

Auroro Borealo, noto sui social con la pagina Instagram “Libri Brutti” e il “Libri Brutti Podcast”, porta avanti da anni una ricerca sul “diversamente bello”: libri brutti per definizione, ma ricchi di fascino. Il volume edito da Blakie Edizioni è forse il primo esempio di come un progetto social possa trasformarsi in un libro cartaceo di successo, offrendo un punto di vista alternativo sulla cultura editoriale italiana.

Blakie Edizioni si distingue per il suo catalogo eclettico e originale, che spazia dal saggio provocatorio alla narrativa sperimentale, dal pamphlet satirico a opere che sfidano le convenzioni editoriali tradizionali. La casa editrice è nota per valorizzare autori emergenti e per progetti che uniscono ironia, critica sociale e un gusto per il non convenzionale.

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