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Editoria in Italia

Università e scuola, addio ai libri: così cambia lo studio e crolla l’editoria scolastica

Appunti e slide sostituiscono i libri: il calo demografico e le nuove abitudini di studio travolgono l’editoria scolastica.

Università e scuola, addio ai libri: così cambia lo studio e crolla l’editoria scolastica

Negli ultimi anni, il mondo dell’editoria legata alla formazione accademica ha subito una trasformazione significativa. Durante il Salone Internazionale del Libro di Torino è emersa una realtà ormai consolidata: gli studenti universitari utilizzano sempre meno i manuali, preferendo materiali alternativi come riassunti, registrazioni audio, presentazioni dei docenti e risorse online. Questa tendenza contribuisce in modo rilevante al declino del libro universitario.

Una recente indagine sulle modalità di studio nelle università italiane mostra che oltre il 40% degli studenti affronta gli esami senza ricorrere ai libri di testo, utilizzando prevalentemente contenuti condivisi da colleghi o reperiti sul web.

Tra calo demografico e corsi in inglese: i fattori della crisi

Le cause della crisi dell’editoria accademica sono molteplici. La crescente offerta di corsi universitari in lingua inglese porta con sé l’uso di testi stranieri, spesso pubblicati da editori internazionali e non disponibili nelle versioni italiane. L’eliminazione del bonus cultura per i diciottenni ha ridotto ulteriormente gli acquisti di libri scolastici e universitari. A questi fattori si aggiunge l’evoluzione delle abitudini di apprendimento, sempre più orientate verso formati digitali e materiali sintetici, che risultano più immediati da consultare e da memorizzare.

Il contesto tecnologico ha un ruolo cruciale: l’uso costante di smartphone, social media e strumenti digitali ha ridotto la capacità di attenzione, rendendo più difficile l’approccio a testi lunghi e strutturati. Anche il calo demografico contribuisce alla diminuzione degli studenti, influenzando l’intero settore dell’editoria scolastica.

La scuola fatica a formare lettori appassionati

Il problema non riguarda solo l’università. Anche nella scuola primaria e secondaria si registra una crescente difficoltà nel trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Se la produzione editoriale per la prima infanzia (0-6 anni) mostra ancora stabilità, si osserva una flessione nella fascia d’età 6-13 anni. Questo evidenzia come l’istruzione scolastica spesso si limiti all’insegnamento della lettura funzionale, trascurando la dimensione affettiva e narrativa che può trasformare l’alunno in un vero lettore.

Il ruolo dei social nella lettura giovanile

L’influenza dei social network sulla promozione della lettura, che aveva inizialmente registrato un certo entusiasmo, sta progressivamente diminuendo. Strumenti come TikTok, che avevano creato un boom temporaneo, non sembrano in grado di sostenere a lungo termine l’interesse verso i libri, lasciando spazio alla necessità di strategie educative e editoriali più strutturate.

In conclusione, tra sfide tecnologiche, mutamenti culturali e criticità nel sistema educativo, il libro scolastico e accademico sta perdendo centralità. È fondamentale ripensare il modo in cui scuola e università promuovono la lettura, affinché le nuove generazioni possano riscoprire il valore formativo e culturale del leggere.

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