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IL FATTO
27 Maggio 2025 - 21:31
La questione del sovraffollamento nelle carceri italiane torna al centro del dibattito politico, alimentata da numeri allarmanti: oltre 16mila detenuti in più rispetto alla capienza tabellare. A preoccupare non è solo la densità dei reclusi, ma anche l’incremento dei suicidi e le condizioni di grave malessere che affliggono il sistema penitenziario. Mentre il commissario straordinario Marco Doglio lavora su interventi di edilizia carceraria, comincia a emergere anche l’ipotesi di un’azione normativa che possa alleggerire la pressione sul sistema, seppur timidamente e senza ancora un vero confronto interno alla maggioranza. Allo stato attuale, anche le opposizioni, pur teoricamente favorevoli a provvedimenti che riducano le presenze negli istituti penitenziari, mantengono un profilo basso.
Il motivo potrebbe risiedere nello spiazzante “bengala bipartisan” lanciato mercoledì al Senato, durante un incontro tra il presidente del Senato Ignazio La Russa, l’esponente di Italia Viva Roberto Giachetti e la presidente dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini.
Carcere di Vercelli
Secondo fonti del centrodestra, “il tema è delicato” e sarebbe “prematuro e inopportuno prendere posizione senza un confronto all’interno della coalizione”. I prossimi sviluppi chiariranno se l’esito positivo dell’incontro abbia realmente aperto uno spiraglio per una trattativa politica su misure mirate, non generalizzate, per ridurre il sovraffollamento. La proposta avanzata da Giachetti, con il sostegno di Italia Viva, ruota attorno al potenziamento temporaneo dell’istituto della liberazione anticipata per i detenuti con buona condotta, escludendo automaticamente coloro che si siano resi protagonisti di aggressioni al personale penitenziario.
Attualmente, chi mantiene una condotta esemplare può beneficiare di 45 giorni di sconto ogni sei mesi di pena. La proposta prevede di aumentare il beneficio a 75 giorni per un periodo limitato di due anni. La Russa, pur favorevole a un intervento di emergenza, ritiene che basterebbe fissare la soglia a 60 giorni.
«Sono estremamente favorevole a un provvedimento che non svuoti il carcere, ma consenta di scontare la pena in modo civile», ha affermato La Russa, che ha discusso la questione anche con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo il presidente del Senato, è poco utile costruire sale cinema o musica se poi “devono stare in otto in una cella”. Un’altra voce significativa è quella di Renato Brunetta, presidente del Cnel ed ex ministro, che sollecita interventi sul fronte dell’istruzione, del lavoro e del reinserimento dei detenuti, strumenti ritenuti fondamentali per ridurre la recidiva. Brunetta suggerisce anche di intervenire rapidamente sui 6-7mila detenuti con una pena residua inferiore a un anno. Nel frattempo, il magistrato Stefano Carmine De Michele si prepara a guidare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), dopo il via libera del Consiglio Superiore della Magistratura alla sua conferma fuori ruolo, su richiesta del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
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