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CARCERE

2024, l'anno nero delle carceri torinesi: "Tutto cade a pezzi"

Presentato il dossier di fine anno dal garante Bruno Mellano

2024, l'anno nero delle carceri torinesi: "Tutto cade a pezzi"

2024, l'anno nero delle carceri torinesi: "Tutto cade a pezzi"

Il 2024 è stato un anno nero per le carceri torinesi. Questo è ciò che emerge dal dossier presentato dal garante per le persone detenute sul territorio piemontese, Bruno Mellano. Per iniziare, per le Vallette sono stati stanziati 12 milioni, soldi che è stato deciso verranno utilizzati per ristrutturare il padiglione C, dove le criticità strutturali riguardano per la maggiore gli impianti idrici, con uno spreco di acqua “intollerabile” come si legge nel dossier: criticità simili sono state riscontrate anche nel braccio femminile e nel padiglione B, dove la muffa è di casa. “Non sono note le tempistiche per questi lavori” fa notare la garante comunale Monica Gallo.

Tante pagine raccontano strutture al limite: il rapporto della Gallo sul Lorusso e Cutugno racconta di un luogo fatiscente dove nessuno dei 5 padiglioni non presenta criticità importanti. Gallo sottolinea come diverse aree sociali siano state destinate diversamente, lì si somministrano terapie ad esempio: “L’area che dovrebbe essere dedicata all’infermeria non è idonea”. La raccolta dei rifiuti non è svolta con cura: questi vengono depositati negli stessi locali dove i detenuti stendono il bucato. Locale utilizzato anche come barberia. “Tanti detenuti non hanno uno sgabello, mangiano a letto”.

Anche l’Icam, struttura adibita ad accoglienza delle mamme con bambini, sembra sul punto di cadere a pezzi e qualche giorno fa una finestra è caduta a causa del vento. Anche qui infiltrazioni di acqua. Nessun mediatore culturale. Solo il padiglione E presenta aree fumatori: ovvero, solo quel braccio tutela i non fumatori dai danni nocivi del fumo passivo. A Ivrea la situazione non migliora. Il garante locale, Raffaele Orso Giacone, racconta un carcere dove non c’è possibilità di lavoro. Locali obsoleti dal punto di vista sanitario e da quello relativo al risparmio energetico. Celle che non rispettano i 3 mq calpestabili a persona. Niente doccia né acqua calda dentro. I detenuti sono in maggior parte uomini ma sono presenti diverse persone transessuali. Tutti gli infissi in ferro sono intaccati dalla ruggine e le finestre delle celle sono coperte da grate a maglia troppo fitte. Da rifare sarebbero le aree di passeggio (tutte).

Come ci sarebbe da separare l’area di osservazione da quella di isolamento e quest'ultima andrebbe anche separata dall’infermeria. Non c’è uno spazio per i ristretti in semilibertà legata al lavoro né la biblioteca. Dentro, 262 persone a fronte di una capienza attuale di 189. “Una circolare annuncia il dimezzare dei budget sulle mercedi” dice Giacone. Questo si traduce in tagli su personale che bada ai non autosufficienti e a tanti altri servizi. Infine, Mellano porta a riflettere su una sentenza di 11 mesi fa a proposito del diritto all’affettività dei detenuti, con visite da parte di familiari lontano da occhi. Sentenza che non è stata rispettata “si riunirà una Commissione ma le visite con privacy garantita dovrebbero già svolgersi” sottolinea Mellano. L’Ipm Ferrante Aporti registra 47 presenti a fronte di 48 posti (a luglio erano 60). Anche qui le condizioni sono di fatiscenza e degrado. Vi sono solo maschi: le femmine vanno al minorile di Pontremoli.

Carcere di Ivrea

L’anno che verrà sarà un altro anno difficile a sentire i garanti. “Il penitenziario di Alba chiuso nel 2016 per un’epidemia di legionellosi doveva esser pronto nel 2024. Speriamo nei prossimi sei mesi”. Per il Montalto spesi 4 milioni e mezzo: a capienza piena potrebbe ospitare 138 persone. I numeri sono neri in tutti gli istituti piemontesi: 4500 detenuti (161 donne, 116 ex art.41 bis) su 3970 posti. 1934 sono stranieri. 241 sono i posti non disponibili. Uniche strutture non sovraffollate (su 13 piemontesi) sono la Don Soria di Alessandria e il penitenziario di Saluzzo. Per le carceri italiane sono stati stanziati fondi importanti: “250 milioni di euro che sono chiusi in un cassetto” ironizza Mellano “di cui 84 milioni stanziati 3 anni fa, 49 milioni per le minorili e 166 per gli interventi di manutenzione straordinaria”.

Il tasso di recidiva è ancora molto alto, 2/3 dei reclusi tornano in cella una volta liberi. Tasso che scende in quelle realtà dove i detenuti sono avvicinati al lavoro quando ancora dentro. In Italia ci sono 65 mila carcerati a fronte di 50 mila posti. “E ogni anno la conferenza di fine dicembre sullo stato delle carceri non si discosta in meglio da quella dell’anno precedente” conclude, con una punta di amarezza, Monica Gallo.

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