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Sanità
01 Giugno 2025 - 18:10
Secondo i risultati di un’indagine condotta dalla Fondazione Gimbe su un campione di oltre 4.200 studenti delle scuole superiori italiane, la familiarità dei giovani con il sistema sanitario è sorprendentemente bassa. Il 20% degli intervistati, infatti, non conosce il proprio medico di famiglia e più dell’80% non ha mai avuto esperienza diretta con il Fascicolo sanitario elettronico (Fse).
L'inchiesta fa parte dell'iniziativa "La Salute tiene banco", un progetto educativo promosso da Gimbe che ha coinvolto 30 istituti scolastici tra ottobre 2024 e marzo 2025. Durante gli incontri formativi, gli studenti hanno partecipato a quiz interattivi su tematiche legate alla sanità pubblica, alla prevenzione e all’utilizzo delle tecnologie digitali nel settore.
Solo l’83% dei giovani dichiara di sapere chi sia il proprio medico di base, mentre il restante 17% ne ignora l’identità. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolinea la necessità di trasformare il passaggio da pediatra a medico di medicina generale – che oggi avviene automaticamente a 14 anni – in un’opportunità educativa, piuttosto che in un semplice atto burocratico.
Oltre la metà degli studenti (53,6%) non sa a cosa serva il ticket sanitario. Ancora più allarmante è il dato relativo al Fascicolo sanitario elettronico: ben l’82,3% degli intervistati non lo ha mai utilizzato. Cartabellotta definisce questa lacuna un segnale preoccupante, che evidenzia l’assenza di percorsi educativi dedicati alla gestione consapevole della salute.
Un altro aspetto analizzato riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei giovani. Il 37,2% degli studenti utilizza strumenti come ChatGPT quotidianamente, mentre un ulteriore 36,5% lo fa in modo saltuario. Per Cartabellotta, ciò rende indispensabile inserire nei programmi scolastici una formazione specifica all’uso critico di queste tecnologie, per evitare che diventino fonti di informazioni errate.
Il sondaggio evidenzia inoltre una scarsa conoscenza dei programmi di screening gratuiti offerti dal Servizio sanitario nazionale e una certa confusione sull’uso corretto degli antibiotici e sull’importanza dei controlli di routine. Tuttavia, molti giovani sembrano consapevoli delle disuguaglianze territoriali nell’accesso ai servizi sanitari.
La conclusione dell’indagine è chiara: è fondamentale introdurre l’educazione sanitaria nei percorsi scolastici già a partire dalla scuola superiore, per promuovere una cittadinanza informata e responsabile. Secondo Cartabellotta, serve costruire una cultura della prevenzione, dell’uso consapevole dei servizi sanitari e dell’equità nell’accesso alle cure.
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