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SPID, scatta il conto alla rovescia: da luglio si paga (ma non per tutti)

InfoCert introduce un canone annuale: chi dovrà sborsare 5,98 euro e come evitarlo passando a un fornitore gratuito.

SPID, scatta il conto alla rovescia: da luglio si paga (ma non per tutti)

A partire dal 28 luglio 2025 lo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, non sarà più completamente gratuito per tutti. La novità riguarda in particolare gli utenti che si sono affidati a InfoCert, uno dei principali gestori privati del servizio in Italia. Da quella data, chi utilizza SPID tramite InfoCert dovrà pagare un canone annuale di 5,98 euro, salvo espressa rinuncia al servizio.

Una decisione annunciata e limitata a un solo fornitore

L’introduzione del pagamento è stata comunicata direttamente da InfoCert tramite email ai propri utenti. L’azienda ha spiegato di aver garantito l’accesso gratuito allo SPID per circa un decennio, ma di essere ora costretta a richiedere un contributo per sostenere i costi di gestione. Il canone, pari a poco meno di sei euro l’anno, corrisponde a circa 50 centesimi al mese.

La decisione non coinvolge per il momento gli utenti che hanno attivato l’identità digitale tramite altri fornitori. Poste Italiane, ad esempio, che gestisce oltre il 65% delle identità digitali attive in Italia, continuerà a offrire il servizio gratuitamente. Tuttavia, InfoCert non è il primo soggetto privato a introdurre un costo: Aruba aveva già adottato una scelta analoga nei mesi scorsi.

Il pagamento sarà volontario

Il passaggio al servizio a pagamento non sarà automatico. InfoCert ha chiarito che verrà richiesto agli utenti di esprimere un consenso esplicito. Chi non accetterà le nuove condizioni non sarà obbligato a pagare, ma perderà l’accesso al proprio SPID tramite InfoCert. Per continuare a utilizzare il servizio sarà dunque necessario rivolgersi a un altro gestore.

Come recedere e scegliere un nuovo fornitore

Gli utenti che intendono evitare il pagamento possono revocare l’identità digitale con InfoCert seguendo una delle due modalità previste:

  • Via PEC: revoca.spid@legalmail.it

  • Via raccomandata A/R: InfoCert S.p.A. – Direzione generale e amministrativa – Piazzale Flaminio 1/B, 00196 Roma

Una volta ricevuta conferma della revoca, sarà possibile richiedere lo SPID a un altro fornitore. L’opzione più diffusa resta PosteID (Poste Italiane), che continua a offrire il servizio gratuitamente. Anche altri gestori minori, al momento, non prevedono costi di attivazione o mantenimento.

Una transizione in un contesto di riforma

La decisione di InfoCert si inserisce in un contesto più ampio di trasformazione dell’identità digitale in Italia. Il governo Meloni ha più volte espresso la volontà di potenziare l’utilizzo della Carta d’identità elettronica (CIE) come principale strumento per l’autenticazione digitale, anche in vista dell’introduzione dell’It Wallet, il portafoglio digitale europeo.

Negli anni, i gestori SPID hanno chiesto un riconoscimento economico per coprire le spese di erogazione del servizio, che fino a oggi è rimasto gratuito per gli utenti. Il governo aveva stanziato 40 milioni di euro per supportare le aziende, ma questi fondi sono stati erogati solo nel marzo 2025, nonostante gli accordi fossero stati firmati già nell’ottobre precedente.

Nessun obbligo per ora, ma lo scenario potrebbe cambiare

Ad oggi non esistono obblighi per altri fornitori di adottare un modello a pagamento, ma la scelta di InfoCert e Aruba apre la strada a possibili evoluzioni future. In assenza di un sostegno pubblico stabile, altri gestori potrebbero decidere di seguire lo stesso percorso. Per ora, però, la maggior parte dei cittadini italiani potrà continuare a utilizzare lo SPID gratuitamente, purché non abbiano attivato il servizio con uno dei due fornitori che hanno introdotto il canone.

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