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Il futuro di Spid: il rinnovo in vista e l’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il governo si prepara a rinnovare il sistema pubblico di identità digitale per raggiungere l’obiettivo del 70% di cittadini digitalizzati entro il 2026

Il futuro di Spid: il rinnovo in vista e l’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il 9 luglio segnerà l’inizio delle discussioni sul rinnovo delle convenzioni per il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid), il quale scadranno a ottobre. Un argomento cruciale, poiché il governo Meloni non può permettersi di interrompere il servizio, in quanto Spid rappresenta uno degli strumenti fondamentali per raggiungere l’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr): dotare il 70% dei cittadini italiani di un’identità digitale entro giugno 2026. Con 40,5 milioni di identità già emesse, Spid è una risorsa imprescindibile per il raggiungimento di questo traguardo.

Il governo, quindi, si prepara a intervenire prima che scada la finestra di tre mesi, fissata dal 9 luglio al 9 ottobre, per discutere con i gestori e fare chiarezza sulla questione dei fondi necessari. Solo così si potranno portare avanti le trattative per il rinnovo delle convenzioni, che sono un passaggio obbligato prima della scadenza.

Il rinnovo delle convenzioni e il nodo dei fondi

Per comprendere appieno la situazione, è necessario fare un passo indietro. Due anni fa, il governo Meloni ha dovuto affrontare la scadenza delle convenzioni Spid, originariamente fissata per la fine del 2022. A causa di problematiche burocratiche e politiche, gli accordi sono stati prorogati fino alla primavera del 2023. Nel frattempo, il governo ha cercato di rinegoziare le condizioni, promettendo di stanziate 40 milioni di euro pubblici per ristorare il servizio e incentivare gli investimenti.

Tuttavia, i fondi sono stati sbloccati solo a marzo del 2025, dopo un lungo e complesso rimpallo tra il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il dicastero per gli Affari europei. Una volta disponibili, i fondi sono diventati essenziali per i gestori, che aspettano di riceverli come parte dell’accordo di rinnovo.

Il ruolo della CIE e l’innovazione digitale

Nonostante il governo abbia sempre puntato molto sulla CIE (Carta di Identità Elettronica) come futuro per l'identità digitale, il rinnovato interesse per Spid rimane fondamentale per raggiungere i traguardi del Pnrr. Con l'introduzione dell’app CieId, che consente di digitalizzare la CIE e usarla anche senza un lettore NFC, l’uso della carta è in crescita. Tuttavia, i numeri attuali – circa 7,3 milioni di attivazioni – sono lontani dal target di 42,3 milioni fissato per l’identità digitale universale. Il sistema Spid, con i suoi 40,5 milioni di attivazioni, gioca un ruolo fondamentale nel colmare questo gap.

In sostanza, nonostante il governo preferisca spingere sulla CIE come pilastro dell’identità digitale, è proprio Spid a rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi più immediati del Pnrr. Il rinnovo delle convenzioni con i gestori è quindi non solo necessario, ma cruciale per non compromettere uno degli obiettivi principali per l'Italia.

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