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La polemica

Maturità: tracce obsolete e scuola italiana in affanno davanti alle sfide del presente

Quando le tracce ministeriali ignorano il presente e frustrano gli studenti, evidenziando la crisi di un sistema scolastico inadeguato

Maturità: tracce obsolete e scuola italiana in affanno davanti alle sfide del presente

Non è questione di destra o sinistra, di egemonia culturale di una parte rispetto all’altra. Semplicemente, i “parrucconi” del Ministero hanno toppato. Vivono in un mondo a parte e hanno scelto per la Maturità tracce completamente avulse, non solo dall’attualità, ma dalla realtà. Il peggio è che gli studenti saranno giudicati su tematiche vecchie, di nicchia, sorpassate e che nulla hanno a che vedere con le ansie, le aspettative sul futuro e con un presente molto complicato. Con tutto il rispetto per Pier Paolo Pasolini, Riccardo Maccioni, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Paolo Borsellino e Telmo Pievani, i temi avrebbero dovuto essere altri. Anche su argomenti antichi, ma con lo sguardo rivolto al presente, da un secolo mai così complesso, e al prossimo futuro, se mai ci sarà. Insomma, viviamo in un mondo di grandi e anche di gravi trasformazioni e il domani non sarà uguale all’oggi. Ciononostante, i “parrucconi” hanno rispolverato (con tutto il rispetto possibile) il Gattopardo. Ignorano le guerre che insanguinano il mondo, anche in Europa e nel vicino Medio Oriente; un pontefice americano sembra essere cosa di poco conto (in fondo, morto un Papa se ne fa un altro) ed è meglio affogare nel silenzio, forse per un mal riposto rispetto nei confronti di altre religioni, un evento di valore universale che supera i confini della Fede e delle fedi. Ignorata completamente la rivoluzione in corso dell’Intelligenza Artificiale che riguarda tutti i campi del sapere, della conoscenza e della scienza. Tant’è che neppure la stessa ChatGpt è riuscita in anticipo ad individuare i temi della Maturità, perché, evidentemente, l’algoritmo sulla stupidità umana ancora non è stato ben tarato dai ricercatori di OpenAI.

Il fallimento dell’esame di Maturità non è che la punta dell’iceberg, perché è l’intero sistema scolastico italiano che sembra essere crollato sotto il vento della modernità, dell’innovazione e delle tragedie che insanguinano il mondo e della quali la scuola (ma non gli studenti) sembra non accorgersene. Eppure il tema dovrebbe essere la prova “principe” dell’esame, la prima e quella sulla quale si fonda e si giudica la maturità dello studente-persona. La prima prova, più importante della matematica e della versione di Latino che sono in programma oggi e che preludono l’esame orale dove si emette il giudizio conclusivo. Non è una questione di destra o sinistra, tant’è che per decenni la scuola italiana ha avuto come solida architrave la riforma Gentile, ispirata da Benedetto Croce; entrambi certo non erano pasdaran comunisti e la loro scuola ha tenuto e forgiato intere generazioni. Da qualche decennio non è più così. Riforme e riformette (di destra e sinistra) si susseguono una dopo l’altra e oggi l’intero sistema scolastico sembra essere allo sbando. Non è solo una questione di risorse (che mancano), ma di formazione di una classe dirigente (dai funzionari agli insegnanti, questi ultimi lasciati soli) affogata dalla burocrazia che sembra essere la prima materia di studio e di insegnamento della scuola italiana. Forse è giunta l’ora di avviare una riforma autentica, seria e globale del sistema d’insegnamento e di apprendimento, una trasformazione, però, che non può essere affidata ai soliti noti “parrucconi” o a sedicenti intellettuali più o meno organici a destra o a sinistra. Ma di Croce e Gentile il nuovo millennio sembra esserne sprovvisto e ci resta solo la nota massima del Gattopardo pronunciata dal principe Salina: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». 

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