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19 Giugno 2025 - 13:25
Nella giornata di oggi ci sarà dell’incidente probatorio, il secondo previsto in questa nuova fase dell’inchiesta, c’è Andrea Sempio, amico di Chiara e ora indagato per concorso nell’omicidio assieme a terzi o, in alternativa, con Alberto Stasi, unico finora condannato in via definitiva.
Gli accertamenti del 17 giugno avevano già rivelato un elemento cruciale: l’assenza di tracce ematiche sull’impronta numero 10, ritenuta dagli investigatori compatibile con quella dell’assassino. Un risultato che potrebbe minare certezze consolidate. Oggi si entra nel vivo con l’analisi di diciassette pellicole rimaste finora inesplorate.
Ma la vera novità ruota intorno a un oggetto-simbolo del caso: il tappetino del bagno, macchiato di sangue, da sempre al centro di ipotesi investigative. A esso si aggiungeranno il cucchiaino, la scatola dei cereali, i tamponi sulla vittima e soprattutto la misteriosa spazzatura rinvenuta in cucina: due vasetti di Fruttolo, un brick di tè freddo, un incarto di biscotti e un piattino. Reperti che, sorprendentemente, sarebbero stati raccolti otto mesi dopo il delitto.
È proprio su questi resti che si accende il fronte legale. La difesa di Andrea Sempio, rappresentata dall’avvocato Massimo Lovati, ha presentato opposizione all’apertura dei rifiuti: "Noi non crediamo in questa spazzatura. Non ci crediamo perché è una questione talmente incredibile che si siano conservati dei rifiuti per 18 anni che la ritengo improbabile. Chi è che tiene una spazzatura per 18 anni? Mai sentita una roba del genere. In più, non mi pare che fu mai sequestrata, perché i Ris non la repertarono".
Le parole dell’avvocato, pronunciate nel corso della trasmissione Chi l’ha visto? su Rai 3, puntano dritto al cuore della questione: la validità dei reperti e la loro gestione nel tempo. "Se non c'è il provvedimento di un giudice che ha disposto il sequestro di questa spazzatura è acqua fresca. Vi rendete conto che sono passati 18 anni? E siamo qui a parlare di niente?".
Nonostante le riserve della difesa, la Procura continua a inseguire l’obiettivo di una ricostruzione più precisa della scena del crimine. Un tentativo di rispondere all’interrogativo rimasto sospeso per diciotto anni: Chi c’era con Chiara quella mattina?
Lovati non arretra di un millimetro. "Io a questi Fruttolo non ci credo – ha ribadito –. È una cosa incredibile. Il sequestro perde efficacia quando la sentenza diventa giudicata, quando non è più impugnabile. Per questo io mi oppongo all'apertura di questa spazzatura. Devono andare dal giudice e farsi autorizzare ad aprire questi reperti che non sono mai stati sequestrati. Cosa è successo in quegli otto mesi in cui la spazzatura è rimasta in quella casa?".
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