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DROGHE & DATI

Cocaina come eroina: nel 2024 record di morti, secondo i dati della polizia

Mai accaduto prima. Le overdose da cocaina raggiungono quelle da oppiacei nelle statistiche italiane

Cocaina come eroina: nel 2024 record di morti, secondo i dati della polizia

Succede per la prima volta, ed è un cambio netto nei numeri e nel racconto delle droghe in Italia: nel 2024 la cocaina ha fatto lo stesso numero di morti dell’eroina. Ottanta decessi ciascuna, secondo i dati ufficiali della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA). Non era mai accaduto.

Finora l’eroina aveva sempre dominato le statistiche delle overdose letali. Oggi invece la cocaina – da sola o nella forma più economica e aggressiva del crack – ha raggiunto il suo stesso livello. È un sorpasso simbolico e concreto, che fotografa una trasformazione già in corso nel consumo, nella diffusione e nei rischi associati. Secondo i dati, su 231 morti accertate per intossicazione acuta da droghe, 80 – cioè il 35% – sono attribuite alla cocaina (incluso il crack) e altrettante agli oppiacei. Una parità mai registrata prima, che evidenzia come il volto della tossicodipendenza in Italia stia cambiando.

Guardando con più attenzione ai casi in cui la sostanza responsabile è stata identificata con certezza (161 su 231), il quadro diventa ancora più chiaro: il 48% dei decessi riguarda cocaina e crack, la stessa percentuale di eroina e metadone. Per confronto, nel 2010 la cocaina era coinvolta solo nel 20% dei casi, contro un 74% di oppiacei. I numeri assoluti sono diversi, ma la tendenza è netta.

Un ruolo chiave in questo sorpasso lo gioca il crack, la versione fumabile della cocaina, più economica e più veloce nel creare dipendenza. Basta cuocere cocaina con bicarbonato per ottenere cristalli che, una volta inalati, portano in pochi secondi la sostanza al cervello, amplificandone gli effetti e la pericolosità. 

Nel 2024 sono state sequestrate 11 tonnellate di cocaina, un quarto del totale nazionale: segno di un mercato capillare e sempre più redditizio. Non è solo una questione di overdose: la cocaina è ormai la principale causa di ricovero ospedaliero tra le sostanze stupefacenti, responsabile del 30% dei casi. E nei Serd – i servizi pubblici per le dipendenze – il 23% degli utenti ha indicato la cocaina come sostanza d’abuso primaria.

Anche le analisi delle acque reflue, condotte in 38 città italiane, rivelano un consumo stabile e alto: circa 11 dosi giornaliere ogni mille abitanti, poco più che nel biennio 2020-2022. Solo la cannabis è più diffusa. Le analisi tossicologiche su morti per cause violente o sospette (oltre duemila casi esaminati) mostrano che in quasi mille casi sono state coinvolte sostanze stupefacenti. L’intossicazione è risultata la prima causa di morte tra queste (31%), seguita dagli incidenti stradali (18%) e dai danni d’organo (15%).

In questi decessi, la cocaina è stata rilevata nel 48% dei casi – dato in crescita – mentre l’eroina è scesa al 24%. Un segnale evidente: se l’eroina resta pericolosa, la cocaina ha colmato il divario e lo ha fatto con una diffusione più trasversale, meno visibile ma altrettanto letale.

Non solo la sostanza cambia, ma anche chi la consuma. La maggior parte delle vittime di overdose sono uomini tra i 25 e i 49 anni. Negli ultimi dieci anni, l’età media dei deceduti è salita da 39 a 42 anni: segno di un consumo che invecchia con chi lo pratica, e di un fenomeno che continua a mutare forma, ma non intensità.

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