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Il processo

Al via il processo a Chiara Petrolini: duplice omicidio di neonati al centro del dibattimento

La 22enne, accusata di aver ucciso e seppellito i figli, affronta la Corte d'Assise di Parma in un'udienza a porte chiuse

Al via il processo a Chiara Petrolini: duplice omicidio di neonati al centro del dibattimento

Inizia oggi, lunedì 30 giugno 2025, un processo che scuote le coscienze e promette di tenere banco nelle cronache giudiziarie: quello a carico di Chiara Petrolini, la 22enne accusata di aver ucciso con premeditazione i suoi due figli neonati subito dopo il parto, seppellendone i corpicini nel giardino della villetta familiare a Vignale di Traversetolo, nel Parmense. L'udienza si svolge a porte chiuse davanti alla Corte d'Assise di Parma.

L'imputata, che si trova agli arresti domiciliari assistita dall'avvocato Nicola Tria, vede l'ex fidanzato e padre dei bambini, Samuel Granelli, costituirsi parte civile nel procedimento, in una vicenda dai contorni ancora drammaticamente indefiniti.

La drammatica vicenda ha avuto inizio lo scorso 9 agosto, quando il cane della famiglia Petrolini ha fiutato la presenza di un cadavere nel giardino. La nonna della ragazza, da sola in casa, ha allertato le forze dell'ordine. I carabinieri di Parma hanno confermato che si trattava della salma di un neonato. Chiara Petrolini, in quel momento in vacanza a New York con i genitori, ha inizialmente negato ogni responsabilità.

Durante un secondo sopralluogo, i Ris di Parma hanno trovato altri frammenti ossei, poi ricondotti al primogenito di Petrolini. Rientrata in Italia, la giovane, dopo una serie di reticenze, ha ammesso di aver partorito da sola in casa e di aver seppellito i neonati in due buche da lei stessa scavate.

Gli accertamenti medico-legali hanno rivelato una verità sconvolgente: entrambi i bambini, due maschietti, erano nati vivi. Il primo parto risalirebbe al 23 maggio 2023, il secondo al 7 agosto 2024. Il secondogeneto sarebbe morto per shock emorragico causato dal taglio del cordone ombelicale, la stessa sorte drammatica che avrebbe colpito il primogenito. Queste conclusioni mediche, tuttavia, si scontrano con la versione dell'imputata, che sostiene il primo bambino fosse nato morto.

Le indagini hanno escluso fin da subito il coinvolgimento di genitori ed ex fidanzato. L'imputata avrebbe nascosto le due gravidanze attraverso stratagemmi come l'uso di abiti larghi e il controllo del peso, senza destare sospetti tra familiari e amici. Inoltre, si sarebbe documentata online su come indurre il parto e sulla decomposizione dei cadaveri.

Queste circostanze hanno portato la Procura di Parma a contestare a Chiara Petrolini, oltre al duplice omicidio e alla soppressione di cadavere, le aggravanti della premeditazione e del vincolo di discendenza diretta. Se le aggravanti dovessero essere confermate, la 22enne rischierebbe la pena dell'ergastolo.

Un punto centrale del dibattimento sarà lo scontro sulle perizie psichiatriche. I consulenti della Procura hanno concluso che l'imputata fosse lucida al momento dei fatti, una conclusione supportata anche da un accertamento del Racis dei carabinieri. Di parere opposto gli esperti della difesa, i quali sostengono che Petrolini abbia agito in uno stato di profonda alterazione psichica, tale da escludere la sua capacità di intendere e di volere all'epoca dei fatti. La sua condizione mentale sarà, verosimilmente, il tema dominante dell'intero processo.

Dallo scorso settembre, Chiara Petrolini si trova agli arresti domiciliari. A giugno 2025, il Tribunale delle Libertà di Bologna ha confermato la misura cautelare con l'applicazione del braccialetto elettronico, respingendo la richiesta della Procura di trasferire la giovane in carcere. Tale misura diventerà esecutiva solo dopo l'eventuale pronuncia della Cassazione, in caso di ricorso da parte della difesa. Ai due neonati è stato dato un doppio nome, uno scelto dalla madre e l'altro da Samuel Granelli, che li ha formalmente riconosciuti.

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