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Il decreto
08 Luglio 2025 - 21:55
La possibilità di detrarre le spese odontoiatriche sostenute all'estero potrebbe presto giungere al capolinea in Italia. Due emendamenti proposti nel corso dell'iter di conversione del Decreto Legge 84 del 2025 (decreto fiscale) mirano a modificare l'attuale normativa sulle detrazioni IRPEF, impattando direttamente sul fenomeno del "turismo odontoiatrico".
Attualmente, l'articolo 15 del Tuir, comma 1 lettera C, consente la detrazione del 19% per le spese sanitarie, comprese quelle odontoiatriche, con una franchigia di 129,11 euro. In linea generale, le spese sanitarie sostenute all'estero seguono lo stesso regime di quelle italiane, a patto che la documentazione sia completa e, se in lingua straniera, opportunamente tradotta (traduzione giurata per lingue diverse da inglese, francese, tedesco e spagnolo) e che le prestazioni siano erogate da personale abilitato.
Negli ultimi anni, l'aumento del turismo odontoiatrico, favorito dai prezzi più bassi praticati fuori dall'Italia, ha sollevato preoccupazioni. Gli emendamenti proposti intendono arginare questo fenomeno.
Il primo emendamento prevede di aggiungere all'articolo 15, comma 1, lettera c) del Tuir la seguente esclusione: "escluse le spese odontoiatriche sostenute in Paesi al di fuori dello Spazio Economico Europeo".
Il secondo emendamento propone una formulazione leggermente diversa: "escluse le spese odontoiatriche sostenute in Paesi extra UE".
La volontà di eliminare queste detrazioni si basa su due considerazioni principali:
Concorrenza Sleale: Viene lamentata una concorrenza sleale nei confronti dei professionisti italiani, che devono sostenere costi di gestione elevati dovuti agli alti standard di sicurezza e igiene richiesti in Italia (ad esempio, la presenza di un anestesista per molte prestazioni, come l'implantologia).
Qualità delle Cure e Logistica: Si sottolineano i rischi legati all'uso di materiali di scarsa qualità e la necessità di affrontare viaggi lunghi anche per semplici controlli o in caso di complicazioni.
La distinzione tra i due emendamenti è cruciale per capire quali Paesi sarebbero interessati dalla restrizione:
Lo Spazio Economico Europeo (SEE) include i Paesi dell'Unione Europea più i Paesi EFTA (Associazione Europea di Libero Scambio) che hanno aderito al libero scambio ma non intendono far parte dell'UE, come Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, oltre al Regno Unito.
I Paesi extra UE sono tutti quelli non facenti parte dell'Unione Europea.
A seconda dell'emendamento approvato, lo spazio per le detrazioni cambierà. Tra le mete popolari del turismo odontoiatrico, Albania e Turchia figurerebbero certamente tra i Paesi esclusi dalla detrazione, indipendentemente dalla versione approvata. Ungheria e Croazia, invece, facendo parte dell'UE, non sarebbero interessate dall'esclusione.
Se approvata, la norma entrerà in vigore per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2026. Il decreto fiscale contiene anche altre novità rilevanti, tra cui:
Esenzione IVA per i beni di prima necessità.
Introduzione del cashback sanitario.
Aumento dei limiti per la detrazione delle spese universitarie.
Questa modifica, se dovesse passare, rappresenterebbe un cambiamento significativo per migliaia di cittadini italiani che negli ultimi anni hanno optato per cure dentistiche all'estero, spinti principalmente dalla ricerca di costi inferiori.
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