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L'aumento
09 Luglio 2025 - 10:25
Nel cuore dell’estate, con le spiagge affollate e le scuole chiuse, un’ombra si allunga sull’inizio dell’anno scolastico: il rincaro dei libri di testo. A lanciare l’allarme è l’Associazione Italiana Editori (Aie), che registra un aumento medio dell’1,7% alle medie e dell’1,8% alle superiori, in linea con l’inflazione Istat ma sufficiente a scatenare reazioni a catena.
Editori, librai e famiglie denunciano l’immobilismo delle istituzioni di fronte a una spesa che rischia di trasformare il diritto allo studio in un lusso. Il caro-libri torna così al centro del dibattito, simbolo di una scuola che arranca e di una filiera editoriale sempre più schiacciata tra costi crescenti e margini ridotti.
L’Aie sottolinea come i prezzi dei testi scolastici siano fissati a gennaio e non modificabili fino all’anno successivo. Eppure, tra il 2021 e il 2024, l’inflazione ha toccato il 14,7%, mentre i prezzi dei libri sono aumentati solo del 7,5% alle medie e dell’8,2% alle superiori: meno della metà. Giorgio Riva, presidente del Gruppo Educativo Aie, ribadisce che “gli editori hanno frenato i rincari per non gravare ulteriormente sulle famiglie, pur a fronte di un’impennata dei costi di produzione”.
Riva rilancia due richieste al governo: una detrazione fiscale per tutte le famiglie e un rafforzamento degli aiuti ai nuclei in difficoltà economica, da erogare in tempi rapidi. Un’esigenza condivisa anche dall’Associazione Librai Italiani (Ali), che denuncia il costante sacrificio dei margini da parte delle librerie. Il presidente Paolo Ambrosini chiede l’attuazione del Piano Olivetti e delle promesse fatte dal ministro Giuli al Salone del Libro, oltre alla tanto attesa detrazione fiscale proposta già nel 2008.
Secondo Federconsumatori, nel 2024 una famiglia ha speso in media 591 euro per i soli testi scolastici obbligatori, cifra che può sfiorare i 1.200 euro considerando anche zaini, astucci e quaderni. Per il 2025 la previsione è di 620 euro solo per i libri, una somma che rischia di diventare insostenibile per i nuclei numerosi.
L’Aie stima che una detrazione generalizzata avrebbe un costo per lo Stato compreso tra i 50 e i 100 milioni di euro, una cifra destinata a calare con la progressiva diminuzione delle nascite. Ma il mercato editoriale è già in sofferenza: nei primi mesi del 2025 ha perso oltre il 4%, con un peggioramento a giugno dovuto ai minori acquisti da parte di biblioteche e diciottenni.
Gli editori chiedono un’azione immediata: sbloccare i fondi straordinari destinati alle biblioteche e rivedere il sistema delle carte giovani, rendendolo davvero efficace e accessibile. Perché il diritto allo studio non può attendere e, soprattutto, non può trasformarsi in un privilegio per pochi.
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