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invasione estiva

Cavallette in spiaggia: nuova invasione sulla Riviera Romagnola

Dagli stabilimenti balneari ai campi coltivati: gli insetti attirano l’attenzione dei turisti e minacciano l’agricoltura. Il fenomeno è ricorrente e legato alla crisi climatica

Cavallette in spiaggia: nuova invasione sulla Riviera Romagnola

Sciami di cavallette si sono abbattuti negli ultimi giorni su diverse località della costa adriatica, da Rimini a Cesenatico, creando sorpresa tra i bagnanti. Ma non si tratta di un evento eccezionale: l’invasione della cavalletta dei prati (Calliptamus italicus) è un fenomeno ricorrente e legato ai mutamenti climatici sempre più estremi.

Siccità prolungata, alte temperature e vento di libeccio sono i principali fattori che favoriscono l'arrivo massiccio di questi insetti sulle coste, dove si spostano in sciami visibili anche a occhio nudo. Benché innocui per le persone, gli sciami rappresentano un serio rischio per le coltivazioni, poiché si nutrono di un'ampia varietà di piante, con una particolare predilezione per leguminose, frutteti e colture foraggere. Negli ultimi anni, eventi simili si sono verificati con frequenza crescente, in particolare nelle zone più esposte all'aridità estiva. Gli episodi sono in aumento a causa dell’alternanza tra lunghi periodi secchi e piogge intense, tipica dei cambiamenti climatici in corso. La Calliptamus italicus, infatti, prospera in habitat caldi e asciutti, dove depone le uova che, una volta schiuse a maggio e giugno, danno origine alle neanidi, i giovani individui che diventeranno adulti a luglio.

Le strategie di contenimento funzionano solo se applicate nel momento giusto: tra maggio e giugno, quando le uova iniziano a schiudersi. È in quel periodo che si possono trattare efficacemente le cosiddette “grillaie” (le buche nel terreno dove vengono deposte le uova) con insetticidi a base di piretro, riducendo la crescita della popolazione adulta estiva.
Intervenire in piena estate, quando gli insetti sono già adulti, è invece poco efficace: le cavallette sono meno sensibili ai trattamenti e iniziano a migrare in sciami, causando danni alle coltivazioni e invadendo anche le aree urbane e turistiche.

Sebbene si usino spesso in modo intercambiabile, “cavalletta” e “locusta” non sono sinonimi tassonomici. Alcune specie, tra cui la Calliptamus italicus, possono trasformarsi da forme solitarie a forme gregarie, più aggressive e migratorie, in risposta a specifiche condizioni ambientali. Le vere locuste africane, come la Locusta migratoria migratorioides o la Nomadacris septemfasciata, sono tuttavia molto più distruttive e al momento non presenti sul territorio italiano.
Le cavallette sono innocue per i turisti e la salute pubblica, ma potenzialmente dannose per il comparto agricolo, già messo alla prova da stagioni sempre più difficili. Le autorità regionali monitorano costantemente la situazione e invitano i cittadini a non allarmarsi, ma a segnalare tempestivamente eventuali sciami, per permettere interventi mirati.

Fenomeni come questi diventeranno sempre più frequenti. E conviverci sarà una delle tante nuove sfide dell’agricoltura (e del turismo) al tempo del cambiamento climatico.

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