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il dramma
17 Settembre 2025 - 07:15
Una foto, con dedica, di Matteo Franzoso
La foto di Matteo Franzoso e quella di Matilde Lorenzi non sono più sulla parete dello Sci Club di via Monterotta, a Sestriere. Simona Novara, la direttrice, le ha tolte e messe da parte. «Non riuscivo più a guardarle - rivela, trattenendo a stento le lacrime - perché erano due ragazzi splendidi e li abbiamo persi entrambi nel giro di nemmeno un anno. La nostra sembra una maledizione». Matteo Franzoso, classe 1999, proprio ieri avrebbe compiuto 26 anni e invece è morto il giorno prima del suo compleanno, sulle nevi della pista di La Parva, a 50 chilometri da Santiago del Cile. Matteo e la sua collega, nonché amica, Matilde Lorenzi, deceduta anche lei dopo un incidente sugli sci nell’ottobre 2024, avevano iniziato proprio a Sestriere, allo Sci Club di via Monterotta. Franzoso, in particolare, era l’idolo dei bambini dello Sci Club (400 in totale) che scendevano per la prima volta sulle nevi. “Franz”, come veniva soprannominato quando ha iniziato a gareggiare, poi “Super Franz” dopo le prime vittorie, aveva già ottenuto degli ottimi risultati sugli sci, ma voleva comunque di più. «Sognava le Olimpiadi di Milano-Cortina - dice Simona Novara - e dopo alcuni problemi finalmente aveva iniziato a stare bene dal punto di vista fisico. Voleva fortemente partecipare, un’Olimpiade in Italia capita una volta nella vita».
Matteo Franzoso nel 2020 aveva mancato di poco la medaglia ai Campionati del Mondo Juniores di Narvik, finendo quarto nella discesa libera. Nel 2023 si era laureato campione italiano di combinata alpina e aveva preso parte complessivamente a 17 gare di Coppa del Mondo. Sognava Milano-Cortina 2026 e si stava preparando a dovere. Allo Sci Club ricordano molto bene la sua meticolosità nella preparazione delle gare. «Era il nostro gioiello - prosegue la direttrice - ed era l’atleta che tutti noi portavamo come esempio per i bambini. Faceva sempre un giro in più del dovuto, voleva sempre di più, non si tirava mai indietro fin da quando aveva sette o otto anni e ha iniziato a sciare con noi, voleva sempre migliorarsi». E invece, i suoi sogni si sono spezzati il 13 settembre, durante una seduta di allenamento in Cile. E dopo due giorni di coma farmacologico nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Santiago, alla vigilia del suo 26esimo compleanno Matteo non ce l’ha fatta. La sua famiglia è volata da giorni in Cile, compreso il fratello che è arrivato in Sudamerica dalla Nuova Zelanda.
Matteo era di Genova, ma essendo di casa a Sestriere si era trasferito a Rollieres, vicino a Cesana, con la famiglia già da ragazzino. Il padre, di professione assicuratore, era rimasto a Genova per motivi lavorativi ma ogni weekend veniva a trovare la famiglia a Sestriere. A ricordare “Super Franz” è anche Omar Pretato, uno dei suoi primi allenatori. Dal bancone del Qb, bar-ristorante che si affaccia sulle piste, Omar ha ancora gli occhi gonfi quando parla del suo pupillo: «Guardo le montagne - ricorda - perché Matteo le amava. Sono stato fortunato ad allenarlo allo Sci Club per quattro anni, era un ragazzo splendido e sempre sorridente con tutti. Insieme alla sua famiglia, Matteo ha fatto tanti sacrifici per arrivare a competere in questo sport. Quest’anno finalmente non aveva più i problemi alla schiena che lo avevano tormentato in passato e poteva finalmente dimostrare il suo valore. Era giovanissimo ma già con la testa di un adulto. Le Olimpiadi? Matteo aveva tutte le carte in regola per competere».
Allo Sci Club Sestriere, la tragedia di Franzoso ha riportato tutti quanti indietro di un anno. Il 28 ottobre dell’anno scorso, a perdere la vita era stata Matilde Lorenzi, vittima di una caduta in Val Senales. “Mati”, come veniva soprannominata, non aveva ancora vent’anni e si era formata allo Sci Club di via Monterotta. All’ingresso del club, insieme a coppe, foto e medaglie, c’è il manifesto della fondazione nata in suo nome, che promuove progetti finalizzati all’implementazione della sicurezza nello sci per gli sportivi. E appunto, sulla parete c’era anche la foto di “Mati”, insieme a quella di “Super Franz” (quest’ultima con sopra la frase “Grazie di esserci sempre”). Ma adesso sono state tolte. Troppa è la rabbia per due giovani vite spezzate troppo presto, in una specie di sortilegio che pare essersi abbattuto su Sestriere, il comune più alto d’Italia che in meno di un anno ha già pianto due morti sulle nevi. «Ma se le cose non migliorano ne piangeremo altri - dicono direttrice e allenatore del club - e adesso serve un cambiamento. Vanno cambiati i materiali e anche i tracciati, altrimenti non solo moriranno altri atleti, ma rischia di morire anche questo sport».
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