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Cronaca

Delitto di Garlasco, l’intercettazione inedita del padre di Stasi: “Il problema è che non c’è un alibi”

Il programma Quarto Grado diffonde una telefonata risalente ai primi giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi

Delitto di Garlasco, l’intercettazione inedita del padre di Stasi: “Il problema è che non c’è un alibi”

Nicola Stasi e il figlio Alberto

Un frammento di voce dal passato riaccende l’attenzione sul delitto di Garlasco. A quasi vent’anni dall’uccisione di Chiara Poggi, una telefonata intercettata pochi giorni dopo il fatto svela le parole di Nicola Stasi, padre di Alberto, condannato nel 2015 per l’omicidio. Il contenuto della conversazione, trasmesso da Quarto Grado nell’ultima puntata di stagione, getta nuova luce su quelle ore in cui le indagini erano ancora agli inizi.

La telefonata intercettata vede Nicola Stasi parlare con un parente, che gli chiede aggiornamenti sull’interrogatorio del figlio. La risposta è secca: “Il problema è che non c’è un alibi…”. Un passaggio che oggi colpisce per la sua lucidità, in un momento in cui nessuno poteva ancora immaginare l’esito del processo.

Chiara Poggi è stata trovata morta nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. A dare l’allarme fu lo stesso Alberto Stasi, all’epoca suo fidanzato, che dichiarò di aver trovato il corpo e chiamò i soccorsi. Fin dai primi momenti, gli inquirenti si concentrarono su dettagli che destarono perplessità: l’assenza di tracce di sangue sulle scarpe del giovane, le impronte trovate sul pavimento, l’orario incerto del decesso e l’eventuale presenza di più persone sulla scena del crimine.

Nel dialogo, Nicola Stasi cerca di spiegare il racconto fatto dal figlio e commenta le ricostruzioni giornalistiche. “È spontaneo, anche nell’acqua non ci metti i piedi”, dice, riferendosi alla possibilità che Alberto sia riuscito a evitare il sangue. Poi nega collegamenti con la famiglia Cappa, parenti della vittima, e ricorda la telefonata della madre di Chiara, che gli avrebbe detto di non credere alla colpevolezza del ragazzo.

Il punto più delicato arriva proprio sull’alibi. “Lui si è alzato, ha acceso il computer alle 10. La ragazza è morta tra le 9 e le 11.30 e non c’è nessuno che chiaramente lo conferma”, afferma il padre. Infine, si ipotizza l’uso di una mazzetta come arma del delitto, forse proveniente da un vicino cantiere.

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