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Cronaca

Caso Garlasco, scontro sull’impronta 33: no della Procura scatena tensioni in aula

La traccia sul muro resta fuori dall’incidente probatorio. Al via nuove analisi su spazzatura e fogli adesivi. Polemiche tra le parti

Caso Garlasco, scontro sull’impronta 33: no della Procura scatena tensioni in aula

Chiara Poggi

Nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, la questione dell’impronta 33 accende lo scontro tra le parti. La Procura di Pavia ha infatti escluso questa traccia – una palma impressa sul muro della villetta – dall'incidente probatorio, decisione che ha suscitato la reazione del legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni. L’avvocato ha criticato il mancato accoglimento della richiesta di esaminare la traccia già attribuita, con 15 punti di corrispondenza, ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima oggi indagato: «La Procura estende le indagini anche per il condannato, ma nega le istanze della parte offesa».

L’impronta in questione, secondo la difesa, sarebbe invece oggetto di un accertamento ripetibile e dunque non necessita di essere trattata in sede di incidente probatorio. Una posizione condivisa dai legali di Sempio, che ribadiscono di non voler forzare i tempi dell’istruttoria.

Al contrario, il giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha accolto la proposta della Procura di estendere gli accertamenti dattiloscopici ai reperti rinvenuti tra i rifiuti nella villetta, tra cui una confezione di tè freddo, biscotti, cereali e yogurt. Su uno di questi oggetti è già emersa un’impronta di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima e condannato in via definitiva a 16 anni. Gli esami saranno affidati al perito Domenico Marchigiani, mentre quelli genetici, sotto la supervisione di Denise Albani, riprenderanno nei primi giorni di agosto.

La difesa di Sempio ha espresso perplessità anche su questi accertamenti, contestando la validità del sequestro di reperti rimasti otto mesi nella villetta dopo l’omicidio. Tuttavia, il gip ha deciso di procedere per “massima cautela”.

Nel frattempo, proseguono anche le verifiche su un profilo genetico sconosciuto, soprannominato "ignoto 3", rilevato su una garza usata per i prelievi post mortem: si lavora a una lunga lista di comparazioni con soggetti che ebbero contatti con il corpo di Chiara dopo il delitto e con amici di Sempio.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 24 ottobre, quando si tornerà in aula per discutere dei due profili genetici rilevati sotto le unghie della giovane vittima, uno dei quali, secondo i pm, sarebbe riconducibile proprio ad Andrea Sempio. In attesa di quella data, la difesa dell’indagato ribadisce la propria fiducia nel lavoro degli inquirenti e sottolinea che Sempio affronta le indagini “con la serenità dell’innocenza”.

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