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Terremoto in Kamchatka, Trump interviene: “Restate forti e state al sicuro!”

Uno dei terremoti più forti mai registrati scatena l’allerta nel Pacifico: evacuazioni su larga scala e onde anomale in arrivo

Terremoto in Kamchatka, Trump interviene: “Restate forti e state al sicuro!”

Il violentissimo terremoto di magnitudo 8,8 che ha scosso la penisola della Kamchatka nella notte ha innescato un’allerta tsunami globale. Milioni di persone evacuate, onde alte fino a cinque metri e un intero emisfero in allerta. In mezzo all’emergenza, arriva anche il messaggio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: «Restate forti e state al sicuro!», ha scritto sui social, rivolgendosi in particolare alle popolazioni colpite e a quelle ancora minacciate dall’arrivo delle onde anomale.

Il sisma – il sesto più potente mai registrato – ha avuto l’epicentro a 136 chilometri a est di Petropavlovsk, a 19 km di profondità. Ha colpito una zona poco popolata dell’estremo oriente russo, ma le sue conseguenze si stanno facendo sentire in tutto il Pacifico.

Il breve ma diretto messaggio del presidente americano è stato uno dei primi a comparire sui social nelle ore immediatamente successive alla diffusione dell’allerta tsunami. «Restate forti e state al sicuro!» ha scritto Trump, in quello che suona come un appello all’unità e alla prudenza, in un momento in cui la paura si è diffusa dalle Hawaii alla California, dall’Alaska fino al Giappone.

L’intervento di Trump si inserisce in una più ampia mobilitazione delle autorità americane: la Guardia Costiera ha ordinato a tutte le navi di lasciare i porti e le autorità locali hanno avviato l’evacuazione delle spiagge e delle zone costiere più esposte.

Le prime onde, alte fino a cinque metri, hanno colpito la costa russa di Severo-Kurilsk. Le Hawaii, in particolare la contea di Honolulu, hanno registrato le onde più alte finora. In Giappone, dove le autorità hanno evacuato circa due milioni di persone in 220 comuni costieri, l’onda ha raggiunto fino a 1,3 metri nella prefettura di Miyagi. Anche gli operai al lavoro nella centrale di Fukushima sono stati fatti allontanare per precauzione.

Oltre agli Stati Uniti, anche governi di numerosi altri Paesi – tra cui Cina, Filippine, Perù, Messico, Ecuador – hanno diramato allerte analoghe. Il Perù ha chiuso oltre 60 porti, e sono state evacuate anche le coste delle Galapagos, della Polinesia francese e dell’Isola di Pasqua.

L’eruzione del vulcano Kyuchevskoi, a circa 360 chilometri dall’epicentro, ha ulteriormente complicato la situazione. Secondo fonti ufficiali russe, le infrastrutture principali hanno resistito alla scossa, ma agenzie indipendenti parlano di numerosi feriti e danni localizzati.

Per ora, il bilancio è meno drammatico di quanto si temesse. Ma l’allerta rimane elevata: le autorità continuano a monitorare ogni movimento del Pacifico, mentre il messaggio del presidente Trump resta uno dei simboli di una giornata segnata dal timore e dalla speranza che il peggio sia passato.

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