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Nuove regole

Dal 12 ottobre riconoscimento facciale obbligatorio per entrare in Europa

Nuovo sistema di controllo alle frontiere: chi arriva da fuori dovrà fornire volto e impronte digitali per accedere ai Paesi Schengen

Dal 12 ottobre riconoscimento facciale obbligatorio per entrare in Europa

A partire dal 12 ottobre 2025, chi proviene da Paesi non appartenenti all’Unione Europea e desidera accedere allo spazio Schengen dovrà fornire obbligatoriamente informazioni biometriche, come impronte digitali e immagini del volto. La novità arriva con l’attivazione del sistema EES (Entry/Exit System), annunciato dalla Commissione Europea, che coinvolgerà tutti i 29 Stati dello spazio Schengen (inclusi Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera, ma esclusi Cipro e Irlanda).

Questa misura si applicherà ai soggiorni brevi, ovvero quelli che non superano i 90 giorni nell’arco di 180 giorni.

Perché l’UE introduce questo sistema?

L’obiettivo principale è duplice: rendere più efficienti e rapidi i controlli alle frontiere e rafforzare la sicurezza. I dati biometrici, infatti, consentiranno un’identificazione più precisa, riducendo la dipendenza dai passaporti tradizionali e contrastando fenomeni come l’uso di documenti falsi e l’immigrazione irregolare.

Come funzionerà il nuovo sistema di identificazione

Ogni viaggiatore extra-Schengen, al momento dell’ingresso o dell’uscita dal territorio, dovrà fornire sia dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita) sia informazioni biometriche. Questi dati saranno raccolti tramite scanner e telecamere di riconoscimento facciale.

Una volta registrate, le informazioni verranno archiviate in un sistema informatico centralizzato a livello europeo. Questo archivio conterrà un profilo digitale completo: nome, passaporto, dati biometrici, oltre al luogo e alla data di ingresso e uscita. Le autorità di frontiera dei Paesi Schengen e le agenzie di sicurezza europee (come Europol) potranno accedere a queste informazioni in tempo reale.

Va sottolineato che chi si rifiuterà di fornire i dati richiesti non potrà entrare nello spazio Schengen.

Un cambiamento graduale ma definitivo

L’implementazione del sistema EES era già stata pianificata negli anni passati, ma ha subito diversi rinvii. A ogni Paese dell’area Schengen sarà concesso un periodo di sei mesi per rendere operativa la nuova procedura. Questo passaggio avverrà in modo progressivo, ma senza possibilità di evitare l’adeguamento.

Le preoccupazioni legate alla privacy

L’obbligo di fornire dati biometrici ha suscitato critiche e dubbi, soprattutto in merito alla protezione della privacy. Non è prevista alcuna alternativa per i cittadini extra-UE: chi non accetta di essere registrato, non potrà entrare. Inoltre, le informazioni raccolte verranno conservate per un periodo compreso tra tre e cinque anni.

Secondo quanto affermato dall’Unione Europea, i dati saranno protetti e non saranno condivisi con soggetti terzi, pubblici o privati. Il sistema, viene assicurato, è stato progettato in conformità con le normative sulla tutela dei dati personali.

Nonostante ciò, alcuni esperti hanno sollevato dubbi, in particolare in riferimento all’AI Act — il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, entrato in vigore nel febbraio 2025 — che classifica i sistemi di riconoscimento biometrico in tempo reale come tecnologie ad alto rischio per i diritti fondamentali.

Tuttavia, il regolamento stesso prevede deroghe in caso di esigenze legate alla sicurezza nazionale o pubblica: in questi contesti, l’uso di tecnologie biometriche viene considerato giustificato, ad esempio per individuare sospetti o persone scomparse.

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