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Il caso

Simona Cinà, primi esiti dell’autopsia: morte per annegamento

Nessun malore improvviso, nei polmoni trovata acqua. Restano da chiarire orario e dinamica del decesso

Simona Cinà, primi esiti dell’autopsia: morte per annegamento

Non è stato un infarto. E nemmeno una patologia congenita. Simona Cinà, la pallavolista ventenne originaria di Capaci trovata morta sabato 2 agosto nella piscina di una villa a Bagheria, sarebbe deceduta per annegamento. Lo rivelano i primi esiti dell’autopsia eseguita nelle scorse ore.

La giovane atleta, molto conosciuta nel circuito sportivo locale, si trovava a una festa privata per festeggiare la laurea di due amici. Una serata tra conoscenti, poi il dramma: il corpo senza vita rinvenuto in piscina, i soccorsi inutili, le domande rimaste sospese.

L’esame autoptico esclude malori improvvisi di natura cardiaca. Nei polmoni è stata trovata acqua, elemento compatibile con l’annegamento, al momento l’ipotesi più accreditata. Resta da chiarire cosa abbia preceduto l’ingresso in acqua: un malore? Una caduta? Un mix pericoloso di sostanze?

Per questo sarà fondamentale attendere l’esito degli esami tossicologici. Solo allora sarà possibile stabilire se a causare il decesso possano essere stati alcol o droghe, assunti volontariamente o meno.

Non è ancora noto neppure l’orario esatto della morte, dettaglio cruciale per ricostruire l’accaduto. Intanto, restano i dubbi sollevati dalla famiglia e il dolore di una comunità scossa da una tragedia ancora senza risposte certe.

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