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Lo scenario politico

Caso Schael: in Regione l’opposizione non c’è. Pd, M5s in Avs in ferie e fuori da tutti i giochi

La Sanità piemontese resta in bilico: tra silenzi e mancanza di leadership, la Giunta naviga senza ostacoli

Caso Schael: in Regione l’opposizione non c’è. Pd, M5s in Avs in ferie e fuori da tutti i giochi

Schael e Cirio

L’opposizione al governo Cirio probabilmente è sotto l’ombrellone perché deve ancora smaltire il tour de force dei primi di agosto, quando aveva costretto la maggioranza ad adunanze straordinarie. Nel mentre i consiglieri si riprendono da queste fatiche, la maggioranza ha offerto loro su un piatto d’argento la testa di “Giovanni Battista”, ma Pd, Avs e M5s non ne hanno approfittato, forse non se ne sono neppure accorti. Nella maledetta o benedetta (a seconda dei punti vista) Prima Repubblica, sulla vicenda Schael la giunta avrebbe annunciato la crisi. A tale proposito ci sono da considerare tre elementi. Il primo riguarda il fatto che il bilancio della Sanità copre l’80% di quello dell’intera Regione e tutto ciò che si riferisce a medici, ospedali e salute è ovviamente argomento più che sensibile. Il secondo punta dritto alla Città della Salute e della Scienza, un insieme di ospedali, prestazioni e servizi che non ha pari in tutto il Piemonte. Il terzo è la nomina del commissario di questo organismo, che sei mesi fa ha portato Thomas Schael alle Molinette e che, nonostante la sua resistenza, sarebbe già stato sfiduciato.

Se questo è il quadro (ma non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte della giunta e neppure del manager), allora ci si chiede perché le opposizioni non abbiano fatto quadrato su un tema delicatissimo per i piemontesi e strategico per la Sanità regionale. Evidente mente ciascuno tiene di più a coltivare il proprio orticello di interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno su questioni, per quanto importanti, non strategiche e di sistema. Per cui la vicenda Schael si gioca tutta sul tavolo della Giunta tra assessori e il governatore Cirio. L’opposizione non pare avere voce in capitolo e sembra essere ormai lontana anni luce da quel ruolo costruttivo sul tema sanitario che in Piemonte è decisivo. Infatti, tra i banchi delle minoranze, non sembrano esserci consiglieri in grado di offrire una visione politica generale e di creare quelle convergenze necessarie in un comparto come quello della Sanità. Ma allora che cosa avrebbero dovuto dire la sinistra sul caso Schael? Semplicemente che la responsabilità politica della nomina e con essa quella del licenziamento (ammesso che ci sia) è della maggioranza che governa il Piemonte che, evidentemente, sulla Città della Salute e della Scienza sembra non avere le idee molto chiare.

Ciò, almeno, sarebbe stato detto in altri tempi. Ma la politica è cambiata, profondamente. Sia a sinistra che a destra. Certo è che oggi, senza stare a guardare al governo di Roma, la minoranza non può accusare Cirio e i suoi, di atteggiamenti decisionistici o pseudo dittatoriali. In maggioranza si fa quello che si vuole (ovviamente nel rispetto di leggi e regolamenti, il ragionamento è squisitamente politico), solo perché dall’altra parte manca una politica autorevole e costruttiva. Inoltre è assente quella cultura di governo che non necessariamente è prerogativa della maggioranza, ma lo deve essere anche per chi siede sui banchi dell’opposizione. Vedremo ciò che accadrà nei prossimi giorni, anche se non è troppo difficile prevederlo. Il sole ferragostano suggerisce di aspettare qualche settimana ancora. Lo suggerisce a tutti: al centrodestra, a sinistra e anche a Thomas Schael.

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