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Agricoltura
09 Agosto 2025 - 17:30
Nocciole, immagine di repertorio
La caduta prematura delle nocciole torna a preoccupare i produttori piemontesi, colpendo per il secondo anno consecutivo un settore che negli ultimi dieci anni aveva visto quasi raddoppiare le superfici coltivate. Il fenomeno, legato alle sempre più frequenti anomalie climatiche, sta compromettendo le prospettive economiche della corilicoltura regionale.
In provincia di Asti, spiegano da Coldiretti, la produzione di quest’anno appare leggermente superiore rispetto al 2023, ma la perdita di frutti è più diffusa. Le zone colpite non sono omogenee e ciò rende urgente il progetto di monitoraggio promosso dalla Fondazione Agrion con il contributo regionale, per disporre di dati scientifici utili a capire quali fattori incidano maggiormente sul buon esito della coltivazione.
Gli esperti ricordano l’importanza di una gestione agronomica accurata: concimazioni organiche bilanciate a fine stagione, pulizia e mondatura delle piante dopo la caduta delle foglie, rimozione dei rami malati e apertura delle chiome per favorire la luce. In primavera, le concimazioni azotate devono essere moderate e integrate con microelementi come boro e zinco, indispensabili per una buona fruttificazione.
Coldiretti avverte che, in presenza di malattie come il “Mal dello stacco” (Cytospora corylicola), è fondamentale intervenire tempestivamente eliminando i rami colpiti o sostituendo le piante ormai compromesse. Una gestione attenta della vegetazione, evitando eccessivo lussureggiamento, è considerata altrettanto cruciale per favorire l’allegagione.
La dirigenza di Coldiretti Asti sottolinea la necessità di concentrare risorse nella ricerca per fronteggiare gli effetti di siccità, piogge violente e sbalzi termici. Alla Regione è stato chiesto di dichiarare lo stato di emergenza, così da attivare misure straordinarie di sostegno a un comparto che garantisce produzione alimentare, occupazione e presidio del territorio.
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