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09 Agosto 2025 - 23:15
Cosa guardare in televisione è ormai una scelta personale, piuttosto che sociale
Il 2024 segna un nuovo record per il settore televisivo italiano, che supera gli 8,8 miliardi di euro di ricavi, registrando un aumento del 7,3% rispetto all’anno precedente. I dati diffusi dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni fotografano un panorama in evoluzione, dove la tv mantiene la leadership tra i media, ma con un consumo sempre più frammentato e personalizzato.
La componente più consistente delle entrate arriva dalla televisione a pagamento, che copre il 42,4% del totale e sfiora i 3,9 miliardi di euro, crescendo dell’11,2% in un anno. Decisiva la spinta delle offerte online a pagamento, dai pacchetti in abbonamento (S-Vod) alla vendita e al noleggio di singoli contenuti, che crescono del 15,4% e raggiungono i 2,1 miliardi, più che raddoppiati dal 2020. La tv in chiaro conserva la quota maggiore di risorse economiche, pari al 56,3% (quasi 5 miliardi), con un incremento più contenuto (+4,5%).
Rai resta il principale operatore con il 27,3% delle risorse, seguita da Comcast/Sky (22,5%) e Fininvest (18,9%). In forte crescita le piattaforme online come Netflix, Dazn, Tim, Amazon e Disney, che oggi raggiungono il 21,5% del mercato, con un balzo del 13% rispetto a quattro anni fa.
Anche la pubblicità, che rappresenta il 35,8% dei ricavi complessivi, segna un aumento, mentre il canone del servizio pubblico cresce in valore assoluto ma con un peso percentuale in calo, sotto il 22%.
Sul fronte degli ascolti, il digitale terrestre e il satellite registrano una lieve ripresa sia nel giorno medio sia in prima serata, ma il vero cambio di abitudini emerge dai dati Auditel e Comscore: il consumo di contenuti via internet è in continua ascesa e le piattaforme di video on demand a pagamento superano in media i 15 milioni di utenti unici al mese, con picchi vicini ai 16 milioni tra settembre e ottobre.
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