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Il caso

Ivrea, esplode la disperazione di un detenuto: otto agenti feriti

Affetto da dipendenze e in crisi d’astinenza, ha chiesto aiuto a modo suo: prima con parole confuse, poi con la rabbia

Ivrea, esplode la disperazione di un detenuto: otto agenti feriti

Non era un piano. Non una rivolta organizzata, né un gesto calcolato. Era disperazione. Un ragazzo egiziano di 21 anni, da poco trasferito nella Casa Circondariale di Ivrea, proveniente da una struttura, con una condanna definitiva per reati contro il patrimonio, ha mandato in frantumi l’ordine del carcere. Non parlava l’italiano. Non conosceva il posto. Ma soprattutto, non stava bene. Dipendenze mai affrontate, terapie iniziate e interrotte, nessuna assistenza psicologica reale. Solo una richiesta: vedere un connazionale, recluso in un altro padiglione. Un frammento di lingua familiare, forse di umanità. Non si poteva. Allora ha chiesto farmaci. Con insistenza. Il Rivotril, in particolare. Ma a Ivrea quel farmaco non si somministra. Ne è nata una colluttazione con la polizia penitenziaria: alla fine, 8 agenti sono stati refertati al pronto soccorso eporediese. Prognosi dai tre ai sette giorni.

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