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Dalle ali spezzate alla libertà: l'avvoltoio monaco torna a volare in Valle Stura

Liberato ad Argentera l'avvoltoio monaco salvato in Valle Varaita. Il CRAS di Bernezzo restituisce alla natura un gigante dei cieli assente in Italia dagli anni '60

Dalle ali spezzate alla libertà: l'avvoltoio monaco torna a volare in Valle Stura

Una storia a lieto fine che parla di natura, solidarietà e di seconda possibilità: a Ferrere, nel comune di Argentera in Valle Stura, è infatti tornato a volare un magnifico esemplare di avvoltoio monaco. L'esemplare, è tornato in natura dopo essere stato salvato e curato dal Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo. Un evento importante per il territorio, nel quale la specie aveva smesso di volare già dagli anni '60.

La vicenda inizia nelle montagne della Valle Varaita, dove il grande rapace era stato trovato in condizioni disperate a Sampeyre: debilitato, affamato e impossibilitato a volare. Una situazione critica, che avrebbe potuto segnare la fine per questo maestoso uccello, uno dei più grandi d'Europa.

UN SALVATAGGIO CHE HA FATTO LA DIFFERENZA
L'intervento tempestivo dei Carabinieri Forestali ha cambiato il destino dell'animale. I militari hanno immediatamente trasportato l'avvoltoio al CRAS di Bernezzo, struttura specializzata nel recupero della fauna selvatica in difficoltà. Qui il rapace ha ricevuto tutte le cure veterinarie necessarie, ritrovando gradualmente forza e vigore sotto l'attenta supervisione degli esperti del centro. Il percorso di riabilitazione ha richiesto tempo e dedizione, ma alla fine gli sforzi sono stati ripagati. L'avvoltoio ha infatti recuperato completamente le sue capacità di volo e la sua autonomia.

Il rilascio, avvenuto lungo la strada per il Puriac, si è trasformato in un evento partecipato che ha visto la presenza di diverse autorità locali e regionali. Insieme all'assessore regionale per lo Sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo, hanno assistito al momento liberatorio il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, il sindaco di Argentera Monica Ciaburro e il presidente del CRAS Matteo Attolico, circondati da volontari ed esperti del settore.

«Vederlo spiegare le ali e prendere il volo è un bel simbolo della resilienza della natura e dell'impegno quotidiano di enti e volontari per la tutela della biodiversità» ha commentato l'assessore Marco Gallo sul suo profilo Facebook. Parole che restituiscono perfettamente l'atmosfera di quella giornata, dove la soddisfazione professionale si è mescolata all'emozione genuina di chi ama e rispetta la natura.

IL GIGANTE DEI CIELI TORNA IN PIEMONTE
L'avvoltoio monaco non è un rapace qualunque. Con la sua apertura alare che può superare i 2,8 metri, rappresenta uno dei più imponenti uccelli europei e riveste un ruolo ecologico fondamentale negli ecosistemi montani. La sua funzione di "spazzino della natura" contribuisce alla pulizia dell'ambiente e al mantenimento dell'equilibrio naturale.

La scomparsa di questa specie dal territorio italiano negli anni '60 aveva rappresentato una perdita significativa per la biodiversità nazionale. Per questo è importante prendersi cura di ogni singolo esemplare salvato e reintegrarlo sul territorio al meglio: in questo modo, ci saranno maggiori possibilità che la specie torni a popolare i nostri cieli.

Storie come questa ci ricordano che la conservazione della biodiversità non è solo una questione di politiche ambientali o di grandi progetti internazionali, ma passa anche attraverso gesti concreti e quotidiani di chi sceglie di prendersi cura del mondo naturale che ci circonda.

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