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Molinette e dintorni

Il caso e il caos della Sanità piemontese: Riboldi pigia sull’acceleratore, Schael fuori dal primo settembre?

Giallo Schael: Riboldi spinge per l'addio, ma il governatore Cirio prende tempo tra pressioni politiche, sindacali e la lista dei possibili sostituti

Il caso e il caos della Sanità piemontese: Riboldi pigia sull’acceleratore,  Schael fuori dal primo settembre?

Thomas Schael

Giallo Schael. Il commissario della Città della Salute lascerà l’incarico il 1 settembre. Questo, almeno, è ciò che ha fatto intendere l’assessore alla Sanità Federico Riboldi, ma sempre e solo in via ufficiosa, convinto che, con il ritorno del presidente Alberto Cirio dalle brevi vacanze estive, la faccenda possa essere chiusa definitivamente. Cirio è tornato ed entro fine mese la questione dovrebbe risolversi, ma non è detto che ciò accada nel modo indicato dall’assessore. Infatti, il presidente della Regione è apparso più cauto del previsto, anche se sembra rendersi conto che rimandare a settembre inoltrato la decisione, significa esporre la sua giunta al fuoco incrociato dell’opposizione in Consiglio Regionale. A complicare le cose ci sono due incontri tra il commissario e i sindacati già fissati per il mese di settembre, come se Schael intendesse far capire, almeno a modo suo, che, fino a prova contraria, alle Molinette e dintorni continua a comandare lui. Ora la questione è squisitamente politica e il cerino acceso è passato tra le dita di Cirio che non intende bruciarsele. Dal canto suo l’assessore tira dritto per la sua strada e ribadisce: «L’accusa di scarsa autonomia politica e di condizionamenti è assolutamente ridicola, prova ne sia la libertà totale con la quale l’assessorato regionale alla Sanità si sta muovendo nell’ambito delle nomine e delle revoche, quando le ritiene opportune per il bene superiore della sanità pubblica». Un passaggio della sua lettera inviata al sindacato che, però, ha fatto salire la pressione non solo all’opposizione, ma anche ad una parte della maggioranza. 

Autonomia assoluta nelle nomine e nelle revoche, non significa fare il bello e il cattivo tempo a dispetto delle regole, dei contratti e dei piani sanitari. Schael era stato incaricato per cinque anni, ma in soli cinque mesi il rapporto di fiducia con l’assessore si è deteriorato inspiegabilmente, e non basta, a giustificarlo, la sola sentenza del giudice del lavoro. La quadra, comunque, dovrebbe trovarla Cirio che, verosimilmente, potrebbe offrire a Schael un’uscita dignitosa e un nuovo incarico di prestigio, forse anche in Piemonte. Si vedrà cosa farà il commissario, in questo periodo silente, guardingo e imprevedibile. Tra le sue dita c’è la stilografica pronta a essere usata per firmare il bilancio, ma anche a essere riposta nel taschino se i conti della Sanità piemontese non lo dovessero convincere, e allora per Cirio e Riboldi sarebbero davvero guai. La girandola di nomi pronti a sostituire Schael sembra essere la stessa, con i due favoriti, Carlo Picco, direttore generale dell’Asl Torino, e Livio Tranchida, direttore dell’ospedale di Cuneo, che potrebbero scendere in campo, ma senza particolari entusiasmi. Entrambi sono consapevoli delle difficoltà e anche dei possibili rischi. Chi, invece, non ci penserebbe due volte, è l’ex magistrato Antonio Rinaudo. Ama le sfide, non è certo il tipo che si fa impressionare dalle difficoltà e ha già dimostrato, durante il periodo del Covid, le sue competenze anche in materia sanitaria. Politicamente vicino a Fratelli d’Italia, a Riboldi sarebbe molto gradito.

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