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Innovazione

Sensore "indossabile" per piante: l'elettrocardiogramma vegetale del Politecnico

PlantZCare, spin-off del Politecnico di Torino, sviluppa un dispositivo in grado di rilevare le malattie in anticipo e ridurre del 40% l'uso di acqua

Sensore "indossabile" per piante: l'elettrocardiogramma vegetale del Politecnico

Un dispositivo che funziona come un elettrocardiogramma per le piante, in grado di rilevare il loro stato di salute prima che i problemi diventino visibili. È l'innovazione sviluppata da PlantZCare, spin-off del Politecnico di Torino creato nel febbraio 2025, che promette di rivoluzionare l'agricoltura e la gestione del verde urbano.

Il sensore sarà disponibile sul mercato entro la fine del 2025 e rappresenta un significativo passo avanti nell'innovazione agricola, permettendo un uso più efficiente delle risorse e una maggiore sostenibilità ambientale.

COME FUNZIONA L'ELETTROCARDIOGRAMMA DELLE PIANTE
L'idea è nata da un'osservazione apparentemente semplice: piante e corpo umano presentano similitudini, tra cui un sistema interno di vasi per il trasporto dei liquidi. Partendo da questo parallelismo, i ricercatori hanno applicato i metodi di bioimpedenza elettrica, già utilizzati in medicina, al mondo vegetale.

Il sensore viene applicato sui fusti delle piante tramite una serie di aghi, in grado di raccogliere segnali che cambiano a seconda dello stato interno della pianta. I dati vengono trasmessi anche a lunga distanza con basso consumo energetico a una centralina che li elabora, producendo un tracciato simile a quello di un elettrocardiogramma.

La sperimentazione, condotta con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino, ha coinvolto piante fruttifere, viti, kiwi e pomodori, sia in pieno campo che in serra, sempre con risultati positivi.

Un dato particolarmente significativo emerge dal progetto regionale WAPPFRUIT, che ha preceduto l'istallazione del dispositivo: il confronto tra l'area controllata con il nuovo metodo e quella monitorata tradizionalmente ha dimostrato una riduzione del 40% nell'uso delle risorse idriche, mantenendo una produttività equivalente.

Il sistema è in grado di rilevare due condizioni fondamentali: la presenza di acqua e di patogeni. L'aspetto più innovativo è la capacità di intercettare i segnali in anticipo rispetto ai metodi tradizionali, distinguendo tra stress idrico e malattie che hanno colpito la pianta.

Un singolo sensore, inoltre, può monitorare contemporaneamente fino a quattro piante, anche quelle a stelo morbido o orticole. I destinatari non sono solo gli agricoltori, ma anche enti pubblici che devono gestire il patrimonio verde urbano e i parchi.

Il team di PlantZCare, che include Luca Rolle, co-fondatore e CEO, e i co-fondatori Umberto Garlando e Alessandro Sanginario, oltre al consulente scientifico Danilo Demarchi del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni, sta lavorando per completare l'ingegnerizzazione del sensore entro fine 2025 e studiare il riconoscimento specifico delle malattie.

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