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29 Settembre 2025 - 07:30
Le aziende con organico compreso tra 50 e 250 dipendenti hanno tempo fino al 30 settembre per mettersi in regola con la nuova norma che introduce la polizza obbligatoria contro eventi catastrofali. L’obbligo, previsto dalla legge di Bilancio 2024, riguarda tutte le imprese registrate in Italia, con l’esclusione del comparto agricolo. Non sono previste multe per chi non aderisce, ma le aziende inadempienti non potranno più accedere a incentivi, contributi o fondi pubblici.
La normativa stabilisce che le imprese devono assicurare i beni fondamentali per l’attività – come immobili, impianti, macchinari e attrezzature – contro danni derivanti da terremoti, alluvioni, frane e inondazioni. Sono coperte anche le società individuali e di persone, mentre restano escluse quelle agricole. I magazzini e le merci non rientrano nell’assicurazione base, ma possono essere aggiunti con un’estensione.
Queste coperture sono pensate per tutelare le aziende da calamità naturali che possono compromettere strutture e investimenti. Eventi come grandinate, trombe d’aria e mareggiate non rientrano nel pacchetto standard e necessitano di garanzie accessorie. Nei casi di terremoto, è necessaria la dichiarazione di stato di calamità.
Il sistema produttivo italiano è costituito in larga parte da piccole e medie imprese (Pmi), le più esposte a rischi economici in caso di catastrofi naturali. Secondo un’indagine di mUp Research, nel 2024 oltre 278mila aziende hanno subito danni stimati in circa 3 miliardi di euro, cifra solo in parte compensata dagli aiuti pubblici.
Grandi imprese: obbligo già in vigore dal 31 marzo 2025.
Medie imprese: scadenza al 1° ottobre 2025.
Piccole e microimprese: obbligo dal 1° gennaio 2026.
Pesca e acquacoltura: proroga al 31 dicembre 2025.
Le polizze prevedono scoperti o franchigie fino al 15% del danno. L’indennizzo minimo garantito è del 70% per coperture tra 1 e 30 milioni di euro, mentre oltre questa soglia i massimali vengono stabiliti caso per caso.
Il premio assicurativo varia in base a fattori come la zona geografica, il tipo di attività, le caratteristiche costruttive dell’immobile e il valore dei beni assicurati. Ad esempio, una polizza per un ristorante con 300mila euro di valore immobiliare e 100mila euro di attrezzature può costare circa 343 euro a Milano, 401 euro a Roma e 469 euro a Palermo.
Nessuna sanzione pecuniaria, ma la mancanza di polizza comporta l’esclusione da contributi statali e potrebbe complicare l’accesso al credito bancario, poiché le aziende risulterebbero più rischiose agli occhi degli istituti finanziari.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha sottolineato che l’assicurazione “è una garanzia di sicurezza per le imprese, che potranno essere rimborsate in tempi rapidi per riprendere subito l’attività”. Ha inoltre ribadito l’importanza di prevenire speculazioni sui premi e di assicurare liquidazioni veloci in caso di sinistro.
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