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30 Settembre 2025 - 11:20
Fino ad oggi, lo SPID offerto da Poste Italiane è stato completamente gratuito. Tuttavia, secondo alcune voci di corridoio, l’azienda starebbe valutando l’introduzione di un canone annuale di circa 5 euro. Considerando che più di 20 milioni di italiani utilizzano SPID tramite Poste, questa scelta potrebbe tradursi in un aumento di fatturato di circa 100 milioni di euro l’anno.
La notizia non sorprende: il governo, da tempo, mira a ridurre progressivamente il supporto pubblico al sistema SPID, puntando su alternative interamente statali come la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o l’IT Wallet. Inoltre, diversi fornitori privati hanno già adottato un modello a pagamento.
Negli ultimi mesi, operatori come Aruba, InfoCert e Register hanno iniziato a far pagare il servizio ai propri utenti. I costi vanno dai 4,90 euro più IVA di Aruba, ai 5,98 euro di InfoCert, fino ai 9,90 euro di Register, IVA inclusa. Alcuni fornitori rimangono ancora gratuiti, ma è probabile che la lista diminuisca con il tempo.
La spinta verso il pagamento deriva dai ritardi nei finanziamenti statali. Il contratto tra Stato e fornitori SPID è scaduto nell’aprile 2023, dopo una breve proroga. Per mesi è stato incerto se sarebbero arrivati nuovi fondi, e solo a marzo 2025 il governo ha stanziato 40 milioni di euro per sostenere temporaneamente il servizio. Questa incertezza ha convinto molti provider a ripensare il modello economico, orientandosi verso un canone annuale per gli utenti.
SPID, pur essendo uno strumento pubblico per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione, è gestito da aziende private. Finora, queste ultime hanno potuto contare sul supporto dello Stato, ma con la diminuzione dei fondi pubblici, la prospettiva è quella di spostarsi verso sistemi completamente statali come la CIE, che già offre tutte le funzioni dello SPID ed è gratuita, e che nei prossimi anni potrebbe sostituirlo del tutto.
Poste Italiane detiene circa il 70% degli utenti SPID: se decidesse di introdurre un canone, potrebbe cambiare sensibilmente gli equilibri del mercato.
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