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Il caso

Caso Garlasco: nuova intercettazione riaccende i sospetti sul caso Poggi

Nel dialogo tra i genitori di Andrea Sempio si parla di contanti per “pagare quei signori”. I pm di Brescia indagano su possibili irregolarità nell’archiviazione

Caso Garlasco: nuova intercettazione riaccende i sospetti sul caso Poggi

Foto di repertorio

Un nuovo tassello si aggiunge al mistero di Garlasco, dove la morte di Chiara Poggi continua a generare ombre a distanza di anni. Mentre Alberto Stasi resta l’unico colpevole condannato in via definitiva, l’attenzione degli inquirenti si concentra su un altro nome: Andrea Sempio, amico della vittima e già indagato nel 2017 e nel 2020.

Durante la trasmissione Quarta Repubblica, è stato trasmesso un audio inedito che, secondo gli inquirenti di Brescia, potrebbe avere un ruolo rilevante nell’inchiesta sulla presunta corruzione che avrebbe portato l’ex procuratore Mario Venditti ad archiviare rapidamente la posizione di Sempio. Nell’intercettazione, il padre dell’uomo, Giuseppe Sempio, parla con la moglie Daniela Ferrari del ritiro di somme in contanti per “pagare quei signori”. Il riferimento resta ambiguo: si tratta di avvocati o di qualcun altro?

Il dialogo, reso udibile dopo un lavoro tecnico della redazione del programma, mostra tentativi di definire “una formula per pagare quei signori”, con ipotesi di assegni e intermediari. Nulla di penalmente rilevante emerge in modo chiaro, ma l’audio rafforza il sospetto che i magistrati di Brescia stiano verificando se l’archiviazione possa essere stata condizionata da accordi esterni.

Nel corso della puntata è stata trasmessa anche un’intervista a Silvio Sapone, carabiniere non indagato ma coinvolto nelle verifiche dei pm. Ex responsabile della polizia giudiziaria della procura di Pavia, Sapone era in contatto con Venditti e avrebbe avuto due conversazioni con Sempio nel gennaio 2017, prima delle intercettazioni ufficiali. A sua difesa, il maresciallo ha spiegato che le telefonate avevano solo lo scopo di verificare se l’utenza fosse effettivamente usata da Sempio.

Un intreccio di voci, sospetti e vecchie carte che, a diciotto anni dal delitto, continua a mantenere il caso Poggi tra i più intricati della cronaca giudiziaria italiana.

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