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Il fatto

Addio alle visite in studio: arriva il certificato medico da remoto

La riforma semplifica la burocrazia per i dipendenti pubblici: basterà una valutazione a distanza tramite strumenti di telemedicina

Addio alle visite in studio: arriva il certificato medico da remoto

Il Senato ha approvato il nuovo disegno di legge semplificazioni, che introduce 73 misure per snellire le procedure della Pubblica amministrazione. Tra le novità più importanti c’è quella che consente ai medici di rilasciare il certificato di malattia a distanza ai dipendenti pubblici, senza visita in presenza. Per ora, la norma non riguarda i lavoratori privati.

Come cambia la certificazione di malattia

Finora il rilascio del certificato richiedeva una visita diretta con il paziente, pena sanzioni severe. Con la nuova disposizione sarà invece possibile procedere da remoto, grazie agli strumenti di telemedicina, purché siano rispettate condizioni precise che verranno definite da un decreto del Ministero della Salute, dopo l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni.
La misura non sarà quindi immediatamente operativa, in attesa dei dettagli tecnici e delle modalità applicative.

Telemedicina: una pratica ormai consolidata

L’esperienza maturata durante l’emergenza sanitaria ha dimostrato che la telemedicina può rappresentare un valido supporto alla pratica clinica tradizionale. Il ddl riconosce questa evoluzione, permettendo ai professionisti sanitari di valutare i pazienti anche a distanza, mantenendo piena responsabilità etica e legale.

Le regole attuali

Attualmente, la valutazione sanitaria può avvenire:

  • in presenza, oppure

  • a distanza, solo in casi specifici.

Il certificato medico viene poi trasmesso in formato digitale all’INPS.
L’utilizzo della telemedicina è consentito solo se:

  • il medico conosce già il paziente;

  • le condizioni cliniche consentono una valutazione affidabile;

  • la piattaforma digitale garantisce sicurezza e tracciabilità.

Se uno di questi requisiti manca, il certificato a distanza non può essere emesso.

Sanzioni e responsabilità

Il ddl conferma pene severe per i medici che rilasciano certificazioni basate su dati non verificati o privi di riscontri oggettivi. Le conseguenze possono includere:

  • la sospensione dall’albo professionale,

  • la risoluzione del contratto di lavoro,

  • o la revoca della convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Rimane centrale il principio di coerenza clinica: il certificato deve basarsi su dati attendibili, anche se raccolti a distanza. Il medico sarà tutelato da sanzioni solo se l’attività sarà condotta con strumenti adeguati e nel rispetto dei protocolli ufficiali.

Il ddl amplia anche le funzioni delle farmacie, che diventano un punto di accesso fondamentale per i cittadini.
Sarà possibile:

  • scegliere il medico o il pediatra di base direttamente in farmacia,

  • effettuare prelievi, tamponi e test diagnostici,

  • ricevere vaccinazioni previste dal Piano nazionale vaccinale per gli over 12,

  • usufruire di servizi di telemedicina (come ECG o monitoraggio cardiaco).

Sono inoltre previste semplificazioni per le prescrizioni dei farmaci destinati ai pazienti cronici e la possibilità di effettuare screening per l’epatite C.

Il ddl semplificazioni rappresenta un passo avanti verso una PA più digitale, efficiente e accessibile, dove sanità connessa, servizi farmaceutici avanzati e procedure online diventano strumenti concreti al servizio dei cittadini.

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