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08 Novembre 2025 - 07:45
Il settore aereo statunitense è stato pesantemente colpito dal cosiddetto shutdown federale. Solo nel primo giorno di riduzione del 4% delle attività, oltre 1.700 voli in 40 aeroporti degli Stati Uniti sono stati cancellati e circa 32 torri di controllo hanno segnalato carenze di personale. La situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nelle prossime ore, soprattutto se il Senato non riuscirà a trovare un accordo per porre fine alla più lunga chiusura governativa nella storia del Paese.
Secondo i dati forniti dal centro di monitoraggio aeronautico Cirium, venerdì scorso sono stati cancellati 1.723 voli su 57.672 previsti, pari al 2,1% dei collegamenti nazionali. Oltre agli effetti diretti negli Usa, il blocco rischia di ripercuotersi anche in Europa e in Italia, dove il pagamento degli stipendi dei lavoratori civili nelle basi americane potrebbe essere compromesso.
Negli Stati Uniti, lo shutdown rappresenta il blocco delle attività di enti federali, previsto dall’Antideficiency Act, e si verifica quando il Congresso non trova un accordo politico per approvare la legge che finanzia le attività governative.
Tra le compagnie più penalizzate, United ha registrato 549 cancellazioni, Delta circa 513 e American Airlines 429. La maggior parte dei voli sospesi era nazionale. Altre otto compagnie hanno dovuto affrontare cancellazioni e i ritardi medi registrati nella notte hanno raggiunto le 4-5 ore.
Gli aeroporti più interessati dai disagi sono stati Phoenix, Atlanta, Chicago, New York, San Francisco e Washington. Il Dipartimento dei Trasporti ha evidenziato che 32 torri di controllo in più di dieci aeroporti hanno sofferto gravi carenze di personale. In otto di esse il personale ha dovuto limitare le partenze per far fronte al sovraccarico degli atterraggi.
Il settore aereo statunitense ha visto un peggioramento significativo durante il 37° giorno di chiusura governativa. Se lo shutdown non si concluderà nel fine settimana, altri 800 voli rischiano la cancellazione e circa 1.000 potrebbero subire ritardi. Il Senato si riunisce oggi, 8 novembre, ma i repubblicani hanno già dichiarato che non sosterranno le proposte dei democratici, rendendo incerto il voto e la possibile riapertura dell’amministrazione.
La paralisi governativa statunitense potrebbe avere ricadute anche in Italia e in Europa, dove nelle basi americane potrebbero non essere garantiti gli stipendi dei lavoratori civili.
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