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Giornata Mondiale della Prematurità: oltre 25.000 Nati Pretermine ogni anno in Italia

Il Bambino Gesù celebra i piccoli pazienti più fragili con cure specialistiche, ricerca avanzata e il coinvolgimento attivo delle famiglie

Giornata Mondiale della Prematurità: oltre 25.000 Nati Pretermine ogni anno in Italia

Ogni anno nel mondo circa 1 neonato su 10 nasce prematuro, ossia prima della 37ª settimana di gestazione. In Italia i nati pretermine rappresentano più del 6% delle nascite: bambini particolarmente fragili, con organi ancora in sviluppo e un rischio più elevato di complicanze respiratorie, metaboliche e neurologiche. I neonati altamente pretermine, cioè quelli nati prima della 32ª settimana, costituiscono meno del 2% delle nascite, ma contribuiscono significativamente alla mortalità infantile e a condizioni di salute complesse nel breve e lungo termine.

Negli ultimi dieci anni, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha assistito più di 500 neonati con età gestazionale inferiore alle 32 settimane, molti dei quali presentavano malformazioni congenite, cardiopatie o patologie chirurgiche complesse, richiedendo competenze specialistiche e un approccio multidisciplinare. L’Ospedale dedica a questi piccoli pazienti risorse crescenti, unendo assistenza clinica avanzata, ricerca scientifica e supporto alle famiglie. In occasione della Giornata mondiale della prematurità del 17 novembre, la Terapia Intensiva Neonatale apre eccezionalmente le porte ai fratelli, sorelle, nonni e nonne dei bambini ricoverati, sottolineando l’importanza del legame affettivo nella crescita dei neonati.

I rischi legati alla prematurità

La prematurità comporta rischi diversi a seconda dell’età gestazionale: difficoltà respiratorie, apnea, ipotermia, ipoglicemia, aumento della suscettibilità alle infezioni e complicanze neurologiche o retiniche. Anche i neonati nati tardivamente (tra la 34ª e la 36ª settimana) possono sembrare clinicamente stabili, ma presentano comunque un rischio maggiore di problemi metabolici, infezioni, difficoltà nell’alimentazione e possibili ritardi nello sviluppo cerebrale.

Elementi fondamentali nella cura dei pretermine includono la stabilità cardio-respiratoria, l’alimentazione precoce con latte materno o latte donato, la prevenzione delle infezioni e una gestione attenta del percorso di dimissione e del follow-up.

La Terapia Intensiva Neonatale del Bambino Gesù, hub regionale per patologie cardiache e chirurgiche complesse, garantisce un percorso integrato in cui neonatologi, chirurghi, cardiologi, neurochirurghi, fisioterapisti, psicologi e infermieri collaborano per assicurare continuità assistenziale dalla nascita fino al ritorno a casa.

La Banca del Latte Umano Donato

Un ruolo cruciale nella cura dei neonati più fragili è svolto dalla BLUD – Banca del Latte Umano Donato, unica struttura di riferimento nel Lazio. Il latte materno rappresenta l’alimento ideale, soprattutto per i prematuri a basso peso. Quando il latte della madre non è disponibile, il latte donato costituisce la prima alternativa raccomandata, essenziale non solo per i pretermine, ma anche per neonati con cardiopatie congenite, malattie gastrointestinali, insufficienza renale o gravi allergie.

La Banca del Latte del Bambino Gesù raccoglie, lavora e distribuisce circa 800 litri di latte materno all’anno grazie a oltre 100 mamme donatrici, supportando più di 200 neonati, sia della TIN dell’Ospedale sia di altre strutture della Regione Lazio. Negli ultimi anni, la raccolta è aumentata grazie al servizio di consegna a domicilio, esempio concreto di solidarietà e sostegno ai bambini più vulnerabili.

Coinvolgere le famiglie nella cura

Il Bambino Gesù promuove attivamente la partecipazione dei genitori nelle cure dei neonati in Terapia Intensiva Neonatale. La vicinanza, il contatto pelle-a-pelle tramite la Kangaroo Mother Care, i massaggi neonatali e l’ascolto della voce dei genitori favoriscono lo sviluppo neurologico, regolano le emozioni del bambino e supportano l’allattamento, contribuendo spesso a ridurre i tempi di ricovero.

L’Ospedale collabora inoltre con altri Paesi, assistendo neonati pretermine con esigenze complesse, garantendo supporto non solo medico, ma anche alle famiglie, che affrontano lunghi periodi di ospedalizzazione. Il percorso di cura inizia al momento del ricovero, con formazione e sostegno ai genitori, e prosegue dopo la dimissione con un programma di follow-up fino ai 6 anni, comprendente valutazioni motorie, cognitive, sensoriali e incontri di supporto familiare.

La ricerca scientifica

L’IRCCS Bambino Gesù, tramite l’Unità di Ricerca in Medicina Perinatale, partecipa a numerosi studi clinici dedicati ai neonati più critici. Gli obiettivi sono identificare strategie di prevenzione, migliorare i trattamenti e valutare gli esiti a lungo termine attraverso programmi multidisciplinari di follow-up.

«La prematurità resta una delle sfide più importanti della neonatologia moderna, ma oggi possiamo affrontarla con conoscenze e strumenti terapeutici profondamente migliorati», spiega il dottor Andrea Dotta, responsabile della Terapia Intensiva Neonatale. «Il nostro impegno è continuare a innalzare gli standard di cura, promuovere tecniche meno invasive, valorizzare il ruolo della famiglia e rafforzare le reti di follow-up e ricerca, per garantire a ogni bambino nato prematuro la migliore possibilità di crescita e sviluppo».

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