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Il caso
18 Novembre 2025 - 11:40
Si chiude definitivamente la lunga e travagliata vicenda economica legata alla costruzione del grattacielo della Regione Piemonte. Dopo anni di contenziosi, varianti progettuali, stop ai lavori e richieste risarcitorie milionarie da parte delle imprese coinvolte, la Regione ha raggiunto un accordo bonario tombale pari a 3,1 milioni di euro, a fronte di una richiesta iniziale di circa 17 milioni. La transazione, proposta dall’assessore al Patrimonio Gian Luca Vignale e approvata dalla Giunta regionale lo scorso 22 settembre, è stata ora ufficialmente accettata dalla controparte. La costruzione del grattacielo di 43 piani - progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas e destinato a diventare il “palazzo unico” della Regione - ha dovuto affrontare fin dalle fasi iniziali una battuta d’arresto molto grave.
Nel 2016, la Coopsette, cooperativa emiliana capofila dell’associazione temporanea di imprese (ATI) che aveva in appalto la realizzazione del progetto per circa 208 milioni, è stata posta in liquidazione. Questo fallimento ha bloccato il cantiere proprio quando mancavano solo i lavori di finitura: venivano stimati 18 milioni per completare la posa di vetrate, infissi e altri dettagli. Per sbloccare la situazione, nel 2017 la CMB, già coinvolta nell’ATI originaria, è subentrata come nuova capofila e ha ripreso i lavori.
La Regione guidata da Alberto Cirio aveva ereditato il cantiere in una situazione critica: opere incompiute, costi lievitati e una serie di pendenze legali ancora aperte. Il completamento dell’edificio, inaugurato nel 2023 come nuova sede unica della Regione, aveva già permesso di chiudere la parte operativa della vicenda. Restava però da sciogliere il nodo economico, che ora trova un epilogo.
Soddisfazione da parte del presidente della Regione Alberto Cirio e dell’assessore Vignale, che rivendicano la necessità dell’operazione: «Grazie a questa proposta si mette fine alle vicende legate alla realizzazione dell’edificio di Piazza Piemonte. Come è noto sul grattacielo abbiamo ereditato una situazione difficile e siamo riusciti, con determinazione, a concludere i lavori e trasferire tutto il personale nella nuova sede che è pienamente operativa dal 2023».
L’assessore Vignale spiega che, per tutta la durata del cantiere, è stato attivo un organismo incaricato di seguire i lavori e risolvere eventuali problemi tra Regione e imprese. Quando il palazzo è stato completato e testato nel novembre 2024, questo organismo ha chiuso i propri lavori lasciando però aperte 28 riserve, delle richieste di pagamento da parte delle aziende, che chiedevano in totale circa 17 milioni di euro per spese aggiuntive e lavori considerati extra.
Dopo l’analisi della Regione, è stato stabilito che solo 10 richieste erano giustificate, per un valore complessivo di 3,17 milioni di euro, mentre le altre 18 non avevano motivazioni sufficienti per essere accolte. Sulla base di questo parere, è stato proposto un accordo: pagare i 3,17 milioni riconosciuti come dovuti solo se le imprese avessero rinunciato definitivamente a tutte le altre pretese economiche. Le aziende hanno accettato, permettendo così di chiudere la questione una volta per tutte.
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