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Dazi USA-Cina, è guerra aperta: Trump isola Pechino e scatena il caos sui mercati

Washington sfida oltre 70 paesi: dazi ridotti solo a chi taglia i ponti con la Cina. Pechino risponde colpendo Boeing e minaccia nuove ritorsioni

Dazi USA-Cina, è guerra aperta: Trump isola Pechino e scatena il caos sui mercati

L’ombra lunga della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si allunga sempre di più, con Pechino nel mirino di Washington e il mondo che assiste a una trasformazione senza precedenti degli equilibri globali. Le ultime mosse statunitensi non lasciano dubbi: gli Usa stanno cercando di isolare la Cina, una strategia che potrebbe avere ripercussioni devastanti non solo sul gigante asiatico, ma sull’intera economia mondiale.

La Casa Bianca ha lanciato un ultimatum a oltre 70 paesi: se non isolerete la Cina, non otterrete tariffe più basse. Washington ha messo sul piatto la sua proposta più aggressiva: per ottenere una riduzione dei dazi, i paesi alleati dovranno impedire che la Cina possa utilizzare i loro territori come snodi per il trasporto delle proprie merci. Inoltre, gli Stati Uniti vogliono bloccare l’ingresso delle merci cinesi a basso costo nei mercati internazionali, infliggendo un duro colpo a uno dei settori più potenti della Cina: l'industria manifatturiera.

La strategia di Trump punta a creare un blocco internazionale contro Pechino, spingendo nazioni come il Giappone, il Regno Unito, l’Australia, la Corea del Sud e l’India a unirsi in una sorta di alleanza commerciale anticinese. Un’operazione complessa, che rischia di rimettere in discussione gli assetti geopolitici e commerciali consolidati per decenni.

Mentre gli Stati Uniti cercano di mettere in atto il suo piano di isolamento economico della Cina, Pechino risponde con durezza. La Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di sospendere l’acquisto di jet Boeing e di interrompere l’acquisto di attrezzature e componenti aeronautici da aziende statunitensi. Un colpo diretto a Boeing, che vede nei contratti con la Cina una fetta cruciale dei suoi guadagni, ma anche un messaggio forte: Pechino è pronta a usare le sue leve economiche per difendersi, infliggendo danni alle aziende americane.

Le ripercussioni di questa mossa sono enormi: non solo Boeing, ma anche altre aziende statunitensi potrebbero subire una battuta d’arresto sul mercato cinese, che rappresenta uno dei principali bacini di crescita. E se la Cina dovesse intensificare le sue azioni di ritorsione, potrebbe rallentare ulteriormente l’intera economia globale, già fragile a causa della pandemia e delle turbolenze geopolitiche.

La Cina ha già iniziato a mettere in atto una serie di contromisure per proteggere la sua economia, investendo in nuovi mercati e cercando alleanze con paesi emergenti. L’obiettivo di Pechino è chiaro: diversificare le sue relazioni commerciali e non dipendere più dalle dinamiche di mercato imposte da Washington. Allo stesso tempo, il Partito Comunista Cinese ha messo in campo politiche interne di rafforzamento, incentivando l’innovazione e spingendo l’industria nazionale a conquistare nuovi spazi.

Ma la vera domanda è: quanto può resistere la Cina in questa battaglia commerciale senza minare la propria crescita? La strategia di isolamento economico, sebbene inizialmente apparente vantaggiosa per gli Stati Uniti, potrebbe avere effetti collaterali pesanti per entrambe le superpotenze. Mentre la Cina cerca alleanze in Asia, Africa e America Latina, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi isolati da alcuni dei loro alleati storici.

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