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Trump approfitta del funerale del Papa per accelerare i negoziati sui dazi

A Roma, un incontro informale con Ursula von der Leyen segna l'inizio dei colloqui, mentre la Casa Bianca preme per una soluzione rapida prima della scadenza dei 90 giorni.

Trump approfitta del funerale del Papa per accelerare i negoziati sui dazi

Le trattative sui dazi sono in una fase cruciale e, con il tempo che scorre, Donald Trump ha sfruttato la sua visita a Roma per il funerale di Papa Francesco per compiere alcuni passi avanti in vista dei negoziati ufficiali. Sebbene il presidente statunitense avesse anticipato che non si sarebbero svolti incontri formali durante la sua visita, il viaggio a Roma si è rivelato comunque un'opportunità per avviare dei colloqui informali sul tema delicato della guerra commerciale. Le telecamere hanno immortalato un incontro tra Trump e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Questo incontro, avvenuto per la prima volta da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, ha segnato l'inizio di una serie di negoziati futuri. Secondo un portavoce di Bruxelles, i due hanno concordato di organizzare un incontro ufficiale nelle prossime settimane per discutere dei dazi. L'incontro sarà probabilmente bilaterale e avverrà senza la presenza dei leader dei 27 Paesi membri dell'Unione Europea, forse già a Bruxelles.

Ciò che emerge con chiarezza è che la Casa Bianca sta accelerando il ritmo dei negoziati sui dazi con i principali partner commerciali. Trump ha chiarito che non ci sarà possibilità di prorogare i 90 giorni di «tregua» che termineranno l'8 luglio. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la Casa Bianca ha delineato un piano strategico preciso per facilitare i colloqui, che si svolgeranno in cicli settimanali. Il piano, preparato dal dipartimento del Commercio statunitense, prevede la suddivisione delle trattative in vari settori: dazi e quote, barriere non tariffarie, commercio digitale, regole d'origine e sicurezza economica. Sono previsti incontri con 18 partner commerciali chiave, distribuiti su cicli di tre settimane, fino alla scadenza dell'8 luglio. Tuttavia, ci sono delle riserve tra i paesi coinvolti riguardo alla difficoltà di rispettare questa stretta tempistica.

L'India ha già compiuto progressi significativi, concordando termini generali per avviare negoziati su un potenziale accordo commerciale bilaterale. Al contrario, Canada e Messico non sono inclusi nel piano standard, mentre con la Cina verrà seguito un percorso separato, vista la natura più complessa dei dazi applicati.

Negli ultimi giorni, da Washington è emerso un certo ottimismo riguardo all'avvio dei negoziati con Pechino, anche se una recente telefonata tra Trump e Xi Jinping è stata smentita dalla parte cinese, che ha parlato di «confusione» e ha ribadito che, al momento, non ci sono negoziati in corso. Nonostante ciò, le due superpotenze continuano a scambiarsi frecciatine. Ieri, il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha definito la guerra commerciale imposta dagli Stati Uniti come un atto di «estremo egoismo».

A Wall Street, nonostante un clima relativamente più positivo grazie alla possibilità di una distensione sui dazi, continuano ad arrivare richieste di una tregua anche con la Cina. Bill Ackman, miliardario e noto investitore, ha suggerito che un abbassamento delle tariffe a breve termine potrebbe aiutare le aziende a gestire meglio la transizione delle catene di approvvigionamento fuori dalla Cina. Ackman ritiene che l'ostacolo principale a una cessazione dei dazi sia la determinazione dei due leader a non apparire deboli di fronte alla comunità internazionale.

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