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Economia
27 Maggio 2025 - 13:15
Il mercato automobilistico europeo è fermo ai box. Lo certifica il nuovo report ACEA di aprile, che segna un -0,3% delle immatricolazioni su base mensile e un -1,2% nei primi quattro mesi del 2025. Ma il dato più rilevante non è tanto il volume complessivo, quanto la trasformazione interna del mercato: le auto tradizionali arretrano, mentre le motorizzazioni elettrificate avanzano, seppur a velocità diverse.
Secondo l’analisi di Gabriel Debach, market analyst di eToro, l’industria automobilistica europea vive un momento di grande incertezza: non sa quale marcia inserire. Ad appesantirla ci sono i timori legati a nuovi dazi USA sulle auto elettriche cinesi, la crescente pressione competitiva delle case automobilistiche orientali e una domanda interna europea ancora non ben definita.
Nel dettaglio, le auto a benzina e diesel stanno vivendo un crollo:
Benzina: -20,6% (1,04 milioni di unità nei primi 4 mesi)
Diesel: -26,4% (348.000 unità)
Un taglio netto di quasi 400.000 targhe termiche rispetto al 2024. È forse l’unica nota positiva: il cambiamento climatico e normativo comincia a produrre effetti tangibili, e non solo dichiarazioni d’intenti.
Sul fronte elettrificato:
Ibride (HEV): +20,7% (1,28 milioni di unità, 35% di quota di mercato)
Plug-in hybrid (PHEV): +8,2%
Elettriche pure (BEV): +26,4% YTD, 558.462 unità, 15,3% di quota
Le BEV hanno superato la soglia simbolica del 15%, ma sono ancora troppo deboli per dettare legge. Come osserva Debach, «sono troppo per essere una nicchia, ma troppo poco per essere sistema». In questo scenario, Tesla mostra segni di cedimento. Ad aprile ha immatricolato solo 7.261 veicoli in Europa, meno di SAIC (21.677) e anche di Suzuki (14.574). Da inizio anno ha registrato appena la metà delle vendite rispetto allo stesso periodo del 2024 (100.255). Il margine operativo tiene, ma il momentum commerciale è incrinato.
Nel frattempo, BYD cambia strategia: tagli del 35% su 22 modelli in Cina tra BEV e PHEV. Non una promozione, ma un piano strutturale per dominare il mercato a colpi di volumi, anche a costo di sacrificare margini. Un cambiamento che ha già avuto effetto in Borsa:
BYD: -8,6% lunedì
Geely: -9,5%
Li Auto: -3,2%
Great Wall Motors: -2,7%
Il messaggio è chiaro: è iniziata una nuova guerra dei listini. E secondo Citi e Morgan Stanley, si tratta di una vera rat race, una corsa al ribasso che rischia di sfociare in una spirale deflattiva globale.
Nonostante tutto, BYD resta dominante:
Capitalizzazione: oltre 170 miliardi di dollari
Crescita YTD: +60%
Controllo verticale totale: batteria, telaio, software, assemblaggio
Una filiera integrata che i produttori occidentali faticano a replicare. Per ora, i tagli si concentrano sul mercato cinese, ma le ripercussioni in Europa sono inevitabili: «Il prossimo sconto non sarà in yuan. Sarà in euro», avverte Debach.
Nel frattempo, Tesla rilancia la visione a lungo termine. Con il progetto robotaxi, l'analista Dan Ives di Wedbush ha alzato il target del titolo da 350 a 500 dollari, parlando di una “golden age of autonomous driving” e di un potenziale da 2.000 miliardi di dollari. Ma mentre Elon Musk guarda al domani, BYD vende oggi.
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