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Pagamenti digitali
01 Luglio 2025 - 16:05
Da oggi, 1° luglio 2025, entrano ufficialmente in vigore le nuove commissioni Bancomat per i pagamenti elettronici. Una svolta silenziosa, ma potenzialmente impattante per milioni di transazioni quotidiane. A cambiare è il tariffario delle commissioni interbancarie, cioè gli importi scambiati tra le banche che operano sul circuito Bancomat: una modifica che potrebbe generare effetti a cascata su esercenti e, indirettamente, anche sui consumatori.
L’annuncio era arrivato a inizio anno, ma è oggi che le nuove tariffe diventano operative, dopo un lungo silenzio durato due anni. A dettare la svolta è anche un cambio ai vertici: il fondo FSI, guidato da Maurizio Tamagnini, ha acquisito nel 2024 una quota del 42,9%, diventando azionista di maggioranza e imprimendo una nuova direzione strategica all’azienda.
Commissioni differenziate per fascia di spesa
Le novità principali riguardano la differenziazione delle commissioni in base al valore del bene acquistato e al tipo di carta utilizzata. Una logica a scaglioni, che modifica sensibilmente l’approccio rispetto al passato:
Per acquisti tra 0 e 4,99 euro:
Bancomat Carta Consumer (standard, Bill Pay, prepagata): 0,1%
Carte Commerciali/Aziendali: 0,7%
Pagamenti tramite app: 0,1%
Per acquisti tra 5 e 24,49 euro:
Bancomat Carta Consumer: 0,2%
Carte Commerciali/Aziendali: 1,3%
App: 0,2%
Per acquisti sopra i 24,50 euro:
Operazioni standard:
Consumer: 0,2%
Aziendali: 1,3%
App: 0,2%
Con Bill Pay o prepagate:
Consumer: 0,05%
Aziendali: 0,3%
App: 0,05%
Fino a ieri, le commissioni Bancomat pesavano per lo 0,2–0,3% sulla transazione, oggi gli intermediari finanziari potrebbero subire un taglio ai margini, soprattutto per gli importi più bassi. A lanciare l’allarme sono gli esercenti, che temono di dover assorbire costi maggiori, con il rischio che questi si riflettano su un aumento dei prezzi finali. Al momento, però, non ci sono certezze né stime ufficiali.
Una cosa è certa: la nuova struttura delle commissioni segna un cambio di passo. Un primo test sulla strada di una trasformazione più ampia, che vede i circuiti di pagamento sempre più strategici in un’economia digitale in crescita, ma anche sempre più esposti alle logiche del profitto.
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