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FINANZA & RISPARMIO
26 Agosto 2025 - 11:05
Chiudono le filiali, spariscono gli sportelli e interi comuni restano senza una banca. È il volto meno raccontato della ristrutturazione del settore creditizio, fatto di fusioni e accorpamenti che, se da un lato puntano all’efficienza, dall’altro rischiano di lasciare milioni di cittadini senza un punto di riferimento sul territorio. La fotografia è impietosa: circa 13 milioni di italiani che vivono nelle aree interne potrebbero presto non avere più un accesso vicino ai servizi bancari.
Secondo i dati del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, nel 2024 sono state chiuse 614 filiali in Italia, 135 delle quali nelle aree interne. Le aperture, invece, sono state soltanto 108 in tutto il Paese, appena 34 nei territori più periferici. A incidere non è solo la riorganizzazione delle banche: lo spopolamento dei piccoli centri, l’invecchiamento della popolazione e la migrazione verso le città rendono meno sostenibile la presenza fisica degli sportelli.
Alla fine del 2024 i comuni senza una filiale bancaria erano 3.380, con 4,6 milioni di residenti coinvolti. Ancora più preoccupante è la chiusura di 49 sportelli che costituivano l’unica presenza bancaria in altrettanti paesi, portando così a 1.980 i comuni totalmente sprovvisti di filiali. In queste realtà vivono oltre 2 milioni di persone che oggi non hanno più un contatto diretto con il sistema bancario.
Il ridimensionamento non riguarda solo i piccoli centri. Secondo un rapporto di Unimpresa, al 31 dicembre 2024 gli sportelli bancari complessivi erano 19.655, in calo di 505 unità rispetto all’anno precedente (-2,5%). A crescere, invece, sono i promotori finanziari (+15%), mentre arretrano sportelli automatici e POS, con una flessione particolarmente forte per le banche dei grandi gruppi.
In questo scenario si muove in controtendenza BancoPosta, che nel 2024 ha aumentato i propri sportelli automatici da 7.978 a 8.225 (+3,1%). Una strategia che conferma il ruolo delle Poste come presidio di prossimità soprattutto nei territori meno serviti.
La riduzione dei POS, sottolinea Unimpresa, potrebbe dipendere anche da fattori tecnici: riclassificazioni, uscite dal mercato di operatori specializzati e sostituzione dei terminali con soluzioni integrate in smartphone e dispositivi mobili. Un processo che va nella direzione della digitalizzazione, ma che non sempre tiene conto delle difficoltà di chi vive in zone periferiche o non ha piena familiarità con gli strumenti digitali.
L’Italia bancaria, dunque, corre verso un modello sempre più digitale e snello. Ma la distanza crescente tra le città e le aree interne resta un nodo aperto, e i numeri raccontano con chiarezza come intere comunità si ritrovino progressivamente più isolate. La sfida, ora, sarà capire se e come il sistema creditizio saprà bilanciare l’efficienza con la vicinanza ai territori.
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