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Diritto lavoro
09 Maggio 2025 - 18:10
A Cuorgnè, si sta consumando una vicenda che getta luce su un problema ben più ampio e diffuso: la fragilità del lavoro nei servizi appaltati della sanità pubblica.
La protagonista di questa vicenda è una lavoratrice di 49 anni, madre di una figlia con disabilità riconosciuta ai sensi della Legge 104. Dal 2019, è impiegata con un contratto a tempo indeterminato dalla Dussmann Service Srl, la società che gestisce l'appalto per il servizio mensa all'interno dell'Asl TO4. Tuttavia, il suo contratto prevede solo 5 ore settimanali, ben al di sotto delle 14 ore minime stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Multiservizi.
A denunciare questa situazione è la UILTuCS, il sindacato che ha deciso di prendere posizione inviando una lettera al Prefetto di Torino il 6 maggio, chiedendo l'avvio della procedura di raffreddamento del conflitto. La UILTuCS ha quindi piantato le sue bandiere fuori dall’ospedale di Cuorgnè, segnalando pubblicamente lo stato di agitazione.
La situazione della lavoratrice di Cuorgnè è resa ancora più paradossale dal fatto che, nella stessa mensa, lavorano altre otto persone, ma solo lei ha un contratto multiservizi. Le altre sono inquadrate con il contratto della ristorazione collettiva. Inoltre, nonostante la sua stabilità contrattuale, è costretta a fare il "jolly" tra Cuorgnè, Caluso e Castellamonte, mentre altri lavorano accanto a lei con contratti a termine.
La vicenda di Cuorgnè si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà e tensioni nel settore della sanità in Piemonte. Un esempio emblematico è la Casa delle Donne di Ivrea, che da 25 anni si batte contro la violenza.
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