Cerca

Il Borghese

Se l'auto è un lusso

Le vetture elettriche sono e saranno carissime. I trasporti pubblici? Beato chi può aspettarli...

A quanto pare a Torino non spariscono solo i parcheggi, ma anche le automobili. Oltre cinquantaduemila vetture perse, certo nell’arco di vent’anni, ma pur sempre un numero considerevole. Che a guardarlo in senso assoluto già colpisce, rapportarlo al fatto che, per lungo tempo, Torino è stata esclusivamente «la città dell’auto» può anche allarmare. Ci sono spiegazioni di vario genere, a cominciare dal calo demografico - Torino ha meno di 900mila abitanti, al momento - e infilandoci anche il cambio delle abitudini.

Un tempo era quasi un obbligo avere due auto in famiglia, per chi poteva permettersele. Ma erano anche i tempi in cui il mercato dell’automobile tirava e pareva che le vacche grasse non dovessero mai morire, con i cori di giubilo per ogni nuovo modello Fiat - anche quando oggettivamente improponibile, come la Tipo - ché per il ceto medio e quello operaio, ancora presi dall’affettuosa sudditanza agli Agnelli, significava solo il bene del Paese e della città. E c’era chi fingeva di non vedere cassa integrazione, mobilità lunga e politiche aziendali che magari non erano quelle di Valletta ma certo non erano un paradiso... Diciamo che si pagava un prezzo.

Oggi, quella che era Fiat ha un’altra dimensione, e lo sappiamo bene. Mirafiori sta puntando al record di auto prodotte, ma si tratta della sola 500 elettrica, perché è la prima risposta a nuove esigenze di mobilità. L’auto è un lusso, ma anche farne a meno - monopattini a parte -, nel senso che va bene per chi ha la possibilità di adeguarsi ai tempi lunghi del trasporto pubblico.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.