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IL BORGHESE
15 Dicembre 2023 - 06:30
Il generale Roberto Vannacci
Capo di stato maggiore e commesso viaggiatore, il generale Roberto Vannacci si divide tra un prestigioso comando militare e la presentazione del suo libero “Il mondo al contrario” che richiede la sua presenza da una parte all’altra dello stivale. Ieri era a Torino, città che lo ha ospitato al centro studi San Carlo, dopo una serie di polemiche autolesioniste da parte della sinistra che hanno prodotto un bel po’ di pubblicità gratis al volume del generale. Lui fa spallucce, non se ne cura, non se ne occupa: «Io sono ospite - dice - di chi organizza questi eventi, sono loro che fanno e disfano. Ci mancherebbe ancora che mi occupassi anche di quello». Ma chi è Vannacci, come uomo, prima ancora che generale?
Apparentemente, questa almeno è la sensazione che se ne ha, sembra una persona tranquilla, a modo, preparata certamente, ma con il dono di saper esprimere con parole semplici e chiare il senso comune, o il buon senso del pensiero degli italiani. Le sue considerazioni sono state definite «chiacchiere da bar», in un certo senso potrebbe essere anche così, ma il “pensiero Vannacci” è qualcosa di diverso, di molto diverso. Il senso è tutto in quel titolo “Il mondo al contrario” che può essere letto da destra a sinistra, ma anche da sinistra a destra. Resta solo da capire se il “contrario” sia il politicamente corretto, oppure il buon senso della gente. Vannacci entra a gamba tesa nell’argomento di maggiore attualità: si candiderà alle elezioni Europee? Con la Lega o con Fratelli d’Italia, oppure fonderà un suo partito? Entra a gamba tesa, ma la prende un po’ alla larga: «Le dirò che dopo la pubblicazione del libro ho incontrato molte persone, ho ricevuto molte proposte. Mi hanno chiesto di impegnarmi in politica, ma mi hanno proposto anche ruoli nel mondo dell’impresa e mi hanno anche chiesto di continuare a scrivere libri».
Generale, qual è stata la sua risposta?
«La mia risposta è molto semplice. Sono un soldato e continuo a fare il soldato. Poi ho ricevuto da poco tempo un nuovo incarico, per cui l’impegno in questo momento per il mio lavoro è massimo»
Quindi le voci restano voci e lei non ha nessuna intenzione in futuro di cambiare vita e lavoro?
«Io sto facendo il soldato, ma in tutta onestà non posso neppure ipotecare il mio futuro. Ripeto, ho ricevuto delle proposte che valuterò, ma il mio impegno in politica non è per nulla scontato. Una cosa però le posso dire fin da ora: se deciderò di cambiare lavoro, di fare lo scrittore, l’imprenditore o il politico, lo comunicherò io, e nessun altro. Per cui dubiti delle voci che circolano e delle fughe in avanti da parte di qualcuno»
In realtà sembra che lei non abbia alcuna intenzione di presentarsi alle elezioni, tanto meno di farsi seppellire in quel cimitero di elefanti che finora è stato il Parlamento Europeo...
«Lo ripeto: se mi dovessi candidare lo dirò io. Al momento non entro nel merito, perché sono un soldato e questo è il mio mestiere»
Sembra più attratto dal ruolo di “intellettuale organico” di una certa parte. Il suo libro, oltre ad essere stato un successo editoriale senza precedenti, ha creato un’onda di consenso (e anche di dissenso)
«Tutto è partito da determinati articoli che avevo cominciato a scrivere lo scorso gennaio soprattutto per quanto riguarda il contesto energetico. Era il momento in cui il gas dalla Russia non arrivava più, le bollette si alzavano alle stelle e moltissimi proponevano soluzioni tanto originali quanto inefficaci. Poi man mano, come si dice, “l’appetito vien mangiando”, ho deciso di mettere insieme altre pagine e pubblicare un libro. Il fatto che “Il mondo al contrario” abbia suscitato polemiche mi fa piacere perché vuol dire che ho espresso idee pure, concrete, che in qualche modo dividono, e io ricordo che qualsiasi decisione che divide è una decisione che in qualche modo scontenta una parte e, quindi, non è una decisione coordinata».
Lei è un generale. Un militare è un uomo di pace o di guerra?
«Non ho esitazione a rispondere su questo. Sono un uomo di pace, non c’è alcun dubbio. E lo sono proprio perché militare. Noi conosciamo fin troppo bene quali sono le brutture della guerra e le conseguenze provocate dall’uso delle armi. Aggiungo che l’articolo 11 della nostra Costituzione ripudia la guerra, ma non la elimina, purtroppo, e pertanto dobbiamo essere sempre pronti ad affrontarla»
Allora parliamo di guerra, del terrore che i conflitti in Ucraina e nella Striscia di Gaza possano espandersi e coinvolgere l’Europa, Italia compresa
«Veda, non sono un politico, resto un militare fedele al mio ruolo e alla costituzione e su questi argomenti ovviamente non posso rispondere per dovere istituzionale. Se cerca delle risposte su questi temi dovrà parlare con altri, non con me»
Lei è credente?
«Si lo sono, ho ricevuto tutti i sacramenti, ovviamente non l’ordine e l’estrema unzione, sono credente, ma non particolarmente praticante. La mia è una visione laica dell’esistente, dove la religione ha il suo peso e il suo valore. Tanto più che mia moglie, ad esempio, è di religione ortodossa e ciò mi consente di vedere gli aspetti della fede anche da un diverso punto di vista»
Ha visto il film “Napoleon” che mette in luce aspetti inediti della vita privata del protagonista? Eppure quando si pensa ad un generale (figurarsi Napoleone), si immagina una persona tutta d’un pezzo...
«Sinceramente non l’ho ancora visto. Ma non dobbiamo stupirci, un generale è un uomo come tutti (Napoleone compreso), con la sua sensibilità, il suo carattere, l’umore. Virtù e difetti. Tutti hanno il loro privato»
Se non ho capito male lei si limita a esprimere in linea generale opinioni di senso comune, di buon senso. Opinioni permesse anche a chi indossa la divisa. Evita con attenzione quello che non le è consentito dire, ma tutto ciò, però, non l’ha messo al riparo da forti critiche e polemiche...
«Il mio libro non è offensivo e non è lesivo della dignità di alcuno. Non offende la Costituzione perché altrimenti sarei già dietro le sbarre, visto che l’offesa alla Costituzione è anche un tradimento al giuramento che io ho prestato. Non offende la Repubblica, non offende nessuno. Sono opinioni personali che io ho pubblicato a livello personale. Questo libro lo ripubblicherei nella stessa maniera in cui l’ho pubblicato il 10 agosto. Forse aggiusterei qualche virgola e qualche punto, perché rileggendolo, poi, qualche correzione viene sempre fuori»
Sui temi trattati ne “Il mondo al contrario” e che hanno suscitato scandalo, il generale rimanda al suo scritto di successo, ma senza mai superare il limite della “legge”. Ad esempio Vannacci è contrario all’aborto, ma non critica la legge dello Stato. E così si comporta per tutti quei temi etici e che in qualche modo sono regolati da norme.
Ma almeno sulla premier Giorgia Meloni, generale ci può dire qualcosa?
«Io ricopro un ruolo istituzionale e non mi permetto di giudicare le decisioni di altri apparati dello Stato. Esprimo le mie opinioni in piena libertà, come ogni cittadino, ma non do giudizi di alcun tipo».
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