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Eredità Agnelli

Le carte di John e il bancomat di Lapo, cosa fanno gli Elkann con i soldi?

L'Avvocato non toccava mai il denaro. Le rivelazioni: "Pagavo sempre io. Fondi esteri? Li ha ereditati"

bancomat

L'Avvocato non maneggiava il vile denaro. E il telefonino? Sia mai, quello lo teneva il segretario e comunque c'era sempre l'apparecchio dell'automobile - rigorosamente Fiat Croma o Lancia Thema -, cui rispondeva l'autista se non era impegnato a pregare causa stile di guida di Gianni Agnelli - sì, guidava personalmente. In ogni caso, niente denaro in tasca. "Se andavamo al bar a prendere il caffè, pagavo io" rivelò anni fa Cesare Romiti, uomo di totale fiducia dell'Avvocato e guida della Fiat. E oggi, invece, i suoi eredi hanno ancora questi vezzi principeschi? Ci sono dei documenti, da guardare proprio ora che si parla di Eredità Agnelli, evasione fiscale e fondi esteri alle Isole Vergini, che tirano in ballo i fratelli Elkann, da John a Lapo fino a Ginevra. Vediamoli insieme.

A parlarne è il quotidiano La Verità che, in un articolo sull'indagine della Procura di Torino che vede indagato proprio John Elkann, racconta di versamenti in contanti per carte di credito ricaricabili, prelievi al bancomat piuttosto consistenti, "utilizzi anomali" - di certo per un cliente comune di una banca, ma con i ricchi... - da parte dei nipoti dell'Avvocato Agnelli.

"Risulta che John Elkann nel 2020 fosse titolare di otto carte di credito prepagate, emesse da Banca Piemonte, istituto di fiducia degli Agnelli" e che siano state ricaricate, nel corso dell'anno, per un totale di 136.500 euro in contanti. E poi utilizzate per acquisti di vario genere o prelievi. Detto che risulta difficile vedere John Elkann andare di persona a versare mille euro - il limite di legge - sulla propria carta, qualcuno l'avrà fatto per lui. 

Chi usa invece il bancomat è Lapo Elkann, che tra marzo 2020 e dicembre 2021 ha prelevato in contanti 112mila euro, utilizzando cinque carte diverse, fra Italia e Portogallo. E da altre "sei carte prepagate contrattualizzate" avrebbe prelevato quasi 150mila euro. Da notare che una di queste carte è stata bloccata per furto. Curioso anche il bonifico da 23mila euro a una signora di Milano di professione sommelier. E prelievi di contanti per 247mila euro tra gennaio 2014 e maggio 2016 sempre a Milano.

E anche a Ginevra Elkann i risk manager della banca hanno fatto notare "le frequenti operazioni di approvvigionamento" di denaro contante, in particolare a Roma: novanta prelievi nel corso di un anno per un totale 75mila euro. "Non giustificate dall'attività economica" dell'intestataria pare.

Chi immaginava, quindi, che i ricchi del loro livello usassero ancora il vile contante? Il fatto è che di norma la movimentazione di contante spinge le banche a chiedere conto agli intestatari, ai fini delle norme antiriciclaggio. "Nessuna illegalità" conferma il quotidiano La Verità, che però inserisce tutto questo nella "necessità di fare chiarezza" sui beni della famiglia che controlla un gruppo come Stellantis. 

A partire dai presunti fondi nei paradisi fiscali, che sarebbero già stati noti ai tempi dell'Avvocato. Il quale, però, come disse sempre Romiti "si è ritrovato beni all'estero per questioni ereditarie. Non era uno che portava i soldi fuori, a differenza di molti altri". 

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