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L'indagine della Procura di Torino

Il Fisco e la mamma, ecco perché John Elkann è indagato (e cosa rischia)

L'esposto di Margherita Agnelli sulle dichiarazioni dei redditi e il bersaglio delle società di famiglia

"Dottore, c'è la Finanza", così hanno trovato il caveau di John Elkann

Foto di John Elkann Getty Images

L’accusa è “dichiarazione infedele”, si tratta di una fattispecie penale fiscale-tributaria: due anni la pena prevista. Ed è quella che il pool del procuratore Marco Gianoglio, con i pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti, muove a John Elkann, a Gianluca Ferrero, commercialista e presidente della Juventus, e a Urs von Groningen, il notaio svizzero che ha redatto i testamenti di Marella Caracciolo Agnelli, moglie dell’Avvocato, nell’ambito di una clamorosa indagine che sta mettendo in subbuglio il mondo economico torinese.

Nel mirino, le dichiarazioni dei redditi di Donna Marella - presentate da Ferrero -, per gli anni 2018-2019 - lei è deceduta a febbraio del 2019 - dove non risulterebbero dichiarati circa 8 milioni di euro. La “rendita” che, in base agli accordi ereditari, Margherita Agnelli de Pahlen, secondogenita dell’Avvocato, riconosceva alla madre. Questa inchiesta della Procura di Torino nasce proprio da un suo esposto, l’ennesimo atto di una guerra per l’eredità - e i destini dell’impero ex Fiat - dell’Avvocato che la vede contrapposta ai figli John, Lapo e Ginevra. La Guardia di Finanza ha effettuato delle perquisizioni e acquisito documenti nella sede del commercialista Ferrero, della Fondazione Agnelli e altri uffici riconducibili alla famiglia Elkann/Agnelli. L’evasione della somma dovuta al Fisco sarebbe quantificata in 200mila euro.

Ma il nodo della questione, oltre all’eredità e alle dichiarazioni fiscali di Marella Agnelli, sembra essere, almeno per Margherita, quello delle società che permettono il controllo dell’impero.

In particolare la Dicembre società semplice, la cassaforte di famiglia, fondata nel 1984 da Gianni Agnelli per controllare l’allora Ifil - poi divenuta Exor. La Dicembre ha sede in via Amerigo Vespucci 15 a Torino, presso lo studio del commercialista Ferrero, che oltre che presidente della Juve va ricordato come compagno di studi di John Elkann. Il quale, della Dicembre, controlla il 60%, mentre il restante è diviso in parti uguali fra Lapo e Ginevra Elkann. La società, che non ha alcuna operatività a parte il controllo di altre quote o beni immobiliari, controlla la Giovanni Agnelli BV - che ha sede in Olanda -, le cui quote sono divise fra i diversi rami dei discendenti degli Agnelli, dagli Elkann ai Nasi Camerana. Questa ha il pacchetto di maggioranza di Exor, a sua volta in controllo di Stellantis. In poche parole, un valore di diversi miliardi di euro, ma soprattutto il controllo dell’impero.

John Elkann ha ricevuto le quote che gli hanno consentito di controllare la Dicembre dalla nonna, Marella, con lascito ereditario e donazioni quando era in vita. Margherita, che ha ceduto le proprie quote di Dicembre alla madre, nel 2004, per circa 500 milioni di euro, contesta la linea ereditaria.

Tutto nasce dai testamenti redatti in Svizzera dal notaio Urs von Groningen, di cui lei ha contestato nel corso degli anni la validità in quanto Marella non sarebbe stata residente in Svizzera - dunque per il diritto italiano, e non svizzero, non avrebbe potuto escludere gli altri nipoti, figli di Margherita e di De Pahlen - ma addirittura vi sarebbero firme “sospette” se non addirittura false. Ipotesi mai suffragata dai fatti, però.

Nei vari accordi ereditari - fin dalla morte del padre, Margherita sostiene di essere stata ingannata dai suoi uomini di fiducia, ossia Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens - c’era anche l’accordo di rendita per 6 milioni annui (500 mila euro al mese) a Marella, che era anche usufruttuaria della dimora in collina Villa Frescot, “affittata” a John.

Un complesso gioco di incastri. Senza dimenticare, inoltre, che nel corso della guerra per l’eredità entrano in ballo anche i capolavori “scomparsi” dell’Avvocato, di cui altre volte abbiamo scritto. Secondo Margherita, alcuni di questi sarebbero stati passati a una finanziaria del Lussemburgo dietro cui ci sarebbe proprio il figlio John. E che sia indagato riguarda, evidentemente, quei passaggi di quote di Dicembre di cui lui, con Ferrero, era firmatario. Ma soprattutto, essendo erede di Marella, era lui il “firmatario” della dichiarazione dei redditi postuma ora contestata e «avrebbe agevolato la condotta mendace del commercialista».

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