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Il Borghese

Violenti e partiti in disarmo: ecco chi c'è dietro quelle bandiere.

Dopo la guerriglia di Roma, allarme rosso per Torino. E i (veri) pacifisti? Si defilano comodamente

Violenti e partiti in disarmo: ecco chi c'è dietro quelle bandiere.

Qualcuno pensava che sarebbe finita diversamente? La guerriglia di Roma, ampiamente prevedibile e prevista, è ora la minaccia tangibile per Torino, dove domani ci saranno le manifestazioni annunciate, nonostante la Questura abbia dapprima richiesto di spostarle in altra data, perché troppo carica di dolorosi significati - per l’umanità intera, non solo per Israele, come accade quando ci sono di mezzo morti innocenti - quella del 7 ottobre, poi indicato che non sarebbero state concesse autorizzazioni per cortei. Ma il presunto coordinamento dei manifestanti che ogni sabato si riversano in strada o in piazza strilla alla «deriva antidemocratica» e dunque manifesteranno lo stesso. E chi ha raggiunto Roma solo per scatenare disordini, allora, potrà replicare lo show a Torino.

Abbiamo bisogno di altre dimostrazioni per capire che, a questi finti pacifisti, della pace - e pure della Palestina - non importa un fico secco? Dietro quelle bandiere ci sono soggetti, anche formazioni politiche in disarmo o sindacati in crisi di consenso, che cercano disperatamente una ricollocazione, una platea, un palcoscenico e di fatto celebrano un massacro. E altri partiti che non riescono - vogliono - prendere le distanze dai violenti (e basta chiamarli "infiltrati": se ci sono, e ci restano indisturbati, è perché qualcuno li vuole).

Come al solito, come in un film già visto. Come chi non si è staccato dalle frange più violente dei No Tav, come chi candida al Parlamento Europeo gente che sostiene palesemente l’illegalità - al netto delle accuse di cui dovrebbe rispondere di fronte ai giudici ungheresi -, come chi, forse, si ostina a credere che questa gente possa votarli... E i veri pacifisti, ammesso che ci siano? O si confondono tra la folla o si defilano comodamente.

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