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Il Borghese
15 Giugno 2025 - 05:50
Potrebbe essere l’estate del paradosso: quello della sanità che, nel mese di agosto, potrebbe restare senza coloro che per lungo tempo aveva “ingaggiato” per sostituire i medici. Perché i loro costi sono diventati eccessivi e perché i termini per rinnovare, o tagliare, stanno scadendo. Ripeto: paradossale perché si tratta di quelle figure scelte per rimpinguare gli striminziti organici della nostra sanità. E vale anche per gli infermieri.
Secondo una relazione dell’Anac, l’authority anticorruzione, al Parlamento, fra 2023 e 2024 la spesa per i medici a gettone è salita del 20% (43 milioni di euro circa), quella per gli infermieri del 49% (5,9 milioni). Il nodo cruciale è però la voce «fornitura di personale», più ampia, che potrebbe racchiudere tutto, dai medici agli inservienti ai tecnici interinali: qui la spesa supera i 400 milioni di euro.
Adesso, però, le Regioni sono chiamate a tagliare, dunque a non rinnovare i contratti in essere con le varie cooperative e società specializzate. Ma come si fa? Non puoi chiudere interi reparti... Il costo sociale sarebbe ben superiore a quei 400 milioni di euro.
Ci sono Asl che hanno un tariffario in base ai codici del triage: medici ingaggiati solo per i codici verdi, altri per l’intera copertura... Ma non sempre si tratta di personale adeguatamente formato - si dice da più parti - per lavorare nei pronto soccorso, soprattutto nei periodi estivi (quando chiudono molti studi dei medici di famiglia) o in turni festivi.
Fra i professionisti “a chiamata”, quelli accusati tempo fa dall’uomo delle emergenze Bertolaso di «lavorare 10 giorni e poi andare alle Maldive», ci sono anche fior di professionisti con grande esperienza, che hanno fatto semplicemente una scelta economica, se non di vita. A conti fatti, anche questo è mercato. E il mercato ha (quasi) sempre ragione. Poi, per la nostra sanità, fosse pure di cachemire o griffata Armani, una toppa sempre toppa è.
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